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Battaglione Azov, il comanante Prokopenko "venduto" da Zelensky a russi? Si aprono scenari estremi

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Il presidente Volodymyr Zelensky ha "venduto" il comandante Denis Prokopenko ai russi? A poche ore dalla resa di gran parte dei militari ucraini intrappolati nei bunker della acciaierie Azovstal a Mariupol, serpeggia un sospetto velenosissimo sul presidente di guerra. Vietato parlare di "resa". Ufficialmente, l'evacuazione viene dipinta come una grande "operazione umanitaria". Omettendo, dunque, il particolare "imbarazzante" della trattativa con i russi, condotta oggettivamente da una posizione di debolezza. Tanto è vero che una delle frasi ricorrenti a Kiev, tra gli esponenti politici, è "non potevamo fare diversamente". Il rischio, avvertito ai vertici dello Stato, è di gettare nello sconforto una Ucraina vissuta finora sulle ali del (drammatico) entusiasmo generata dall'eroica resistenza del Battaglione Azov, "i neonazisti" che i ceceni di Putin volevano "sgozzare uno a uno". 
 

 

 

Prokopenko e circa 260 dei suoi irriducibili uomini sono ancora là sotto la Azovstal, e il governo ucraino cercherà di farli uscire vivi concedendo ancora qualcosa al Cremlino. Tuttavia, il "giorno difficile" vissuto con la resa di Mariupol, sottolinea il Corriere della Sera, "potrebbe diventare un momento di svolta positivo in tanti dei dossier aperti" sul tavolo di Zelensky. Ad esempio, con la caduta del Battaglione Azov il presidente perderebbe di colpo ogni rivale politico. "Non avrebbe più concorrenti nell'incarnazione del mito di resistenza nazionale - si legge -. Il comandante del Battaglione Azov, lo statuario Prokopenko, era l'unico a competere in popolarità nei suoi video-messaggi con quelli del presidente".

 

 

 

Con l'aiuto di Elon Musk e del suo sistema satellitare Starlink, ovviamente, aveva perfino fatto filtrare messaggi minacciosi nei confronti di Zelensky: "Non posso credere che in tutta l'Ucraina non si trovino volontari e mezzi per rompere l'assedio". Una operazione speciale di forze armate e servizi segreti per far uscire il Battaglione dalla sua tana-trappola, però, è (misteriosamente) andata storta. E così, probabilmente, a Prokopenko non resterà che arrendersi, perdendo la sua aura di feroce invincibilità. O morire.

 

 

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