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Isola dei serpenti, la verità: "4 mesi di vaffa", russi umiliati

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Lo sgombero di un piccolo presidio russo dall'Isola dei Serpenti, nel Mar Nero, diventa un simbolo per le opposte propagande di Mosca e Kiev. Per primi, i russi hanno annunciato ieri mattina l'abbandono dell'isoletta, lunga solo 600 metri, che si trova a 40 km da Odessa ed era occupata dalle forze di Mosca da fine febbraio. Per il generale russo Igor Konashenkov, è una ritirata deliberata per favorire corridoi per le esportazioni granarie: «In un gesto di buona volontà le forze russe hanno completato i loro compiti sull'isola e ritirato la guarnigione, per dimostrare che la Russia non interferisce con gli sforzi dell'Onu per creare un corridoio umanitario per il grano ucraino».

 

 

 

Gli ucraini hanno subito dopo ribattuto di essere stati loro a «scacciare i russi dall'isola», come ha detto il generale Valeriy Zaluzhny: «Incapaci di resistere alla nostra artiglieria, missili e attacchi aerei, gli occupanti hanno lasciato l'Isola dei Serpenti. Ringrazio i difensori della regione di Odessa che hanno liberato una parte strategicamente importante del nostro territorio. Un tributo ai progettisti e produttori dell'obice semovente ucraino Bohdana, importante nella liberazione dell'isola». Per il generalissimo ucraino, a far ritirare i russi sarebbero state le cannonate sparate dalla costa con il semovente Bohdana, di fabbricazione nazionale, cannone da 155 mm su camion blindato in grado di sparare granate normali per una gittata di 40 km, oppure proiettili assistiti a razzo fino a 60 km. Possibile che dalla costa abbiano sparato sull'isola, sebbene più volte gli ucraini abbiano tentato di riprenderla con incursioni respinte.

 

 

 


Le sorti della guerra si decidono però nel Donbass, dove le milizie filorusse del Lugansk hanno affermato ieri d'aver conquistato la raffineria di Lysyschansk, la nuova linea di difesa ucraina dopo il ritiro da Severodonetsk. L'esponente della Repubblica di Lugansk, Rodion Miroshnik ha detto: «La raffineria di Lysychansk, è sotto controllo. Le sparatorie sono continuate nella zona industriale e adesso le unità ucraine sono state allontanate. I militanti sono fuggiti, abbandonando rifugi e armi». Il bollettino della Difesa ucraina ammette: «Il nemico conduce operazioni d'assalto nell'area della raffineria, ottenendo un successo parziale. Riesce a mantenere le posizioni a nord-ovest e a sud-est dell'impianto». E il governatore ucraino Sergei Gaidai: «I russi sono alla periferia di Lysychansk, ma non parliamo ancora di combattimenti in strada. La città è attaccata da varie direzioni ma non è accerchiata». L'esercito russo ha attaccato anche Kramatorsk, raggruppando truppe per avanzare su Slovjansk, che è stata bersagliata da lanciarazzi campali. Intanto, da Berdjansk, occupata dai russi, è salpata la prima nave carica di 7.000 tonnellate di grano, «diretta verso Paesi amici», come ha detto Evgeny Balitski, capo filo-russo locale

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