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Vittorio Feltri: il patetico conformismo contro Vladimir Putin è la nostra condanna

Vittorio Feltri
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Stando ai dati raccolti dal Brussels European and Global Economic Laboratory, nell'ultimo anno l'Italia ha speso ben 50 miliardi di euro per fare fronte alla crisi del gas, la quale si è gravemente acuita da sette mesi a questa parte, ovvero con l'inizio del conflitto in Ucraina. Ma la notizia più preoccupante è che il nostro Paese ne dovrà spendere a breve almeno il doppio per fronteggiare il caro -bollette, destinato a determinare lo sterminio di parecchie aziende e a mandare sul lastrico migliaia e migliaia di famiglie.

 

 

Il prossimo 9 settembre si terrà il Consiglio straordinario Ue sull'energia per cercare soluzioni efficaci volte a porre un argine all'aumento dei prezzi in questo ambito. In pratica, coloro che hanno prodotto questa emergenza si riuniscono per risolverla senza però averne alcuna autentica intenzione, dal momento che l'unico rimedio per sbarazzarci nell'immediato di questa gigantesca problematica è l'annullamento delle sanzioni nei confronti della Russia. Se noi interrompiamo le sanzioni, Putin non interrompe la fornitura di gas e sul mercato si ristabilisce un certo equilibrio. Il sistema internazionale, che ci piaccia o meno, funziona in questa maniera. Gli Stati ricorrono a strumenti come la ritorsione, che sta utilizzando il presidente russo contro di noi, per fare valere le proprie posizioni e il proprio peso. Si tratta di rapporti di forza ed è naturale che sia così. Non ci possiamo permettere un braccio di ferro con Mosca.

Dunque, ripeto, occorre abolire al più presto le sanzioni. Il che non implica un sostegno sfacciato alla Russia nella sua aggressione all'Ucraina. Anzi, è proprio mediante la cancellazione delle pene a carico del Cremlino che possiamo agire in modo più incisivo per fare sì che si negozi la pace. Finché seguiteremo a prendercela con la Russia, questa sarà sempre più ostile, aggressiva, incattivita, sigillata in un pericoloso isolamento che noi stessi stiamo favorendo. Se noi trattiamo la Russia da canaglia, essa diverrà canaglia. Tuttavia, guai ad avanzare questa proposta, cioè quella di ritirare le sanzioni. I leader europei la scarterebbero a priori. Essi dichiarano di volere la concordia ma risulta che facciano di tutto per fomentare lo scontro, forse per incapacità, inettitudine, stupidità, o forse in malafede. 

 

 

Chi ritiene che le sanzioni vadano eliminate viene ostracizzato poiché automaticamente bollato come filoputiniano, quindi anche come fascista, nazista, il peggio del peggio della umanità. Per cui anche coloro che sono intimamente convinti della necessità che questo avvenga, ossia che ci rendiamo autori di un atto di distensione verso Mosca al fine di scongiurare una crisi devastante e senza precedenti dal dopoguerra ad oggi, hanno timore nel proclamarlo, esitano, rinunciano, restano muti, per non subire la gogna mediatica. Ecco perché non usciremo da questo stallo, bensì precipiteremo sempre di più nel baratro di una depressione generale e totale, che stimo lunghissima. Il tutto a causa del nostro patetico conformismo. La nostra condanna.

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