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Lavrov, "tutti possono leggerli": bomba atomica, la subdola minaccia

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Dopo le minacce, un parziale dietrofront. Sergej Lavrov torna a parlare e chiedere di "prevenire qualsiasi conflitto armato tra Paesi in possesso di armi nucleari". Intervistato dal settimanale Argumenty i Fakty, il ministro degli Esteri russi ricorda la posizione di Mosca. O meglio, quello che Lavrov definisce "l'impegno" promosso il 3 gennaio scorso dai leader dei cinque Stati in possesso di armi nucleari. Una promessa tra potenze che dichiara "inammissibile" una "guerra nucleare".

Altrettanto inaccettabile, però, per il braccio destro di Vladimir Putin sono "le rumorose dichiarazioni, un linguaggio minaccioso, su certe conseguenze per la Russia". Insomma, Lavrov si appella "alla coscienza dei rispettivi politici occidentali". E a chi ricorda le intimidazioni avanzate da Dmitry Medvedev, il ministro risponde che si tratta solo di "una deterrenza nucleare puramente difensiva". E ancora, aggiunge che "il linguaggio minaccioso è inaccettabile. Lo lasciamo interamente alla coscienza dei rispettivi politici occidentali. Non si intende discutere con loro questo argomento, è chiaramente inutile", ha rimarcato Lavrov, con toni subito più minacciosi ed aggressivi. 

Secondo Mosca, dunque, "l'uso ipotetico di armi nucleari è chiaramente limitato a circostanze straordinarie all'interno degli scenari definiti nella Dottrina Militare della Federazione Russa e nei Fondamenti della politica statale nel campo della deterrenza nucleare. Questi sono, come si dice, documenti aperti. Tutti possono leggerli". Ma tra le accuse che in questi giorni vengono mosse al Cremlino c'è anche quella di un presunto sabotaggio del Nord Stream. Da settimane il gasdotto che trasporta il gas dalla Russia all'Europa è fermo. Nulla che avrebbe a che vedere con le sanzioni occidentali: "Le infrastrutture critiche sono state danneggiate a seguito dell'incidente. Sono stati causati gravi danni agli interessi della Russia e alla sicurezza energetica dell'Europa". Ora l'attenzione sarebbe focalizzata sullo "stabilire le vere cause di quanto accaduto". 

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