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Svizzera, come si vive davvero: il "male" che nessuno vi racconta

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Klara Murnau
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«In Italia per 30 anni sotto i Borgia hanno avuto guerra, terrore, criminalità, spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera con 500 anni di amore fraterno, democrazia e pace cos' hanno prodotto? L'orologio a cucù». Questa celebre frase dal "Terzo Uomo" capolavoro con Orson Welles, risuonava costantemente nella mia testa durante gli anni trascorsi in Elvezia, quando, giovane detective, mi trovavo a lavorare nella fortezza di Cattedrale (palazzone ribattezzato così da me e colleghi nel centro di Lugano) e da cui osservavamo scorrere pigre le stagioni perché alla fine, in Svizzera, non succede mai niente.

Certo che a parte noia, piattume e peculiare personalità degli abitanti, resta comunque uno dei Paesi in cui vale la pena trasferirsi. Ovviamente vi sto perculando. Se non siete grandi imprenditori, investitori nel Real Estate, CEO di qualche corporate o milionari Arabi o Africani, togliendo qualche giorno da cafone a Zermatt e Skt. Moritz - che anche la sottoscritta da sempliciotta qual è apprezza - potete anche fare i vostri piani di immigrazione altrove. Frutta, verdura, carne e generi alimentari: andare afare la spesa in Svizzera è come programmare il rinnovo del proprio guardaroba: costoso! Oltretutto il cibo è di qualità piuttosto mediocre.

La situazione non migliora nei ristoranti, (lasciate da parte gli stellati che sono comunque standardizzati e hanno lo stesso sapore ovunque da Copenhagen a Capetown) in generale per cenare fuori dovete partire dall'idea che no, non mangerete bene e che spenderete un minimo 30 Chf per una singola pizza margherita e 5 Chf per un espresso, e con questo regolatevi per la donazione del rene in caso decidiate di uscire. Certo, non possiamo negare che ci sia un mercato del lavoro fiorente. Ma se non hai alti studi in finanza e stai cercando la reale opportunità, ci sono sicuramente posti migliori come Londra o Berlino, anche perché il costo della vita rimane eccessivo nonostante gli stipendi siano proporzionalmente alti (alcune cose sono così care che quasi nessuno può permettersele - ad esempio i taxi, e no, il trasporto pubblico non è abbastanza buono da nessuna parte, per giunta la metà dei residenti supera i confini della nazione attigua per fare spesa e shopping). Nella maggior parte delle città, la quota di appartamenti vuoti è 1%, il che rende molto difficile trovare la casa giusta indipendentemente dal budget. Ciò genera un pendolarismo tale da toccare le percentuali più alte d'Europa, con conseguente congestione dei treni che non vi consiglio affatto.
Gli svizzeri parlano Francese, Tedesco e Italiano. A modo loro. Nessuna di queste però in realtà sono le lingue pure e si toccano livelli di incomprensibilità tali nei cantoni germanici, da creare addirittura sconforto in Tedeschi e Austriaci che si trovano invalidati nel comunicare.


Sarà per via di tutta questa frustrazione intrinseca che almeno qui si ha la possibilità di porne fine per sempre, e in maniera legale? Battutaccia a parte, qui si apre una tematica tra le più delicate e che da segno di incredibile civiltà: la possibilità del suicidio assistito. La Svizzera dal 1941 (mentre noi combattevamo la II guerra mondiale, loro beh, si portavano avanti in altro modo) dispone di cliniche specializzate e regolamentate. Negli ultimi anni, il Paese si è guadagnato una certa notorietà sia come «capitale del suicidio» che come punto caldo del «turismo suicida» nel Mondo. Le persone di altre nazioni con leggi o servizi meno liberali in materia, sono legalmente autorizzate a porre fine alla propria vita in queste strutture.
Ogni anno nuovi studi danno una overview chiara su chi persegue i propri piani di addio alla vita. «Donne, divorziati, individui soli, istruiti, gente senza affiliazione religiosa e provenienti da aree benestanti» sono tra le categorie più frequenti nei registri delle cliniche.
 

 

INFELICITÀ
La maggior parte delle persone ha registrato un dato oggettivo alla base del desiderio di morire, come un cancro terminale o malattie neurodegenerative, ma circa il 16% ha preferito non specificare il perché della richiesta. Ambros Uchtenhagen, famoso psichiatra originario di Ginevra, motivò al The Local la ragione della nascita proprio in Svizzera di questo tipo di assistenza con un : «Non tutti sono felici qui». Ecco. Solo nel 2019 sono stati registrati quasi 10 suicidi ogni 100.000 abitanti. In confronto, il tasso di suicidio standardizzato per età ogni 100.000 abitanti in Europa è complessivamente di 10,5 (ad esempio, 10,4 in Austria, 9,6 in Francia, 8,3 in Germania, 4,3 in Italia). E nel caso di suicidi assistiti (in Svizzera praticati da organizzazioni di "diritto a morire" come EXIT e Dignitas, che assistono persone che desiderano porre fine alla propria vita nell'assunzione di una sostanza letale) è cresciuto costantemente da quando è stata avviata la registrazione nel 1998. Tuttavia, l'indagine sanitaria del 2017 ha stimato ulteriori 33.000 tentativi di suicidio in un anno. Diversi fattori neurobiologici sono stati proposti come influenzanti nel comportamento suicidario, tra cui alterazioni del meccanismo serotoninergico, meccanismi di segnalazione legati ai recettori, disregolazione nell'asse ipotalamoipofisi-surrene e anomalie delle neurotrofine e dei recettori delle neurotrofine. Alla maggior parte delle vittime di suicidio è stato diagnosticato un disturbo mentale prima della loro morte. Questi coinvolgono principalmente episodi depressivi maggiori o schizofrenia, nonché disturbi alimentari e disturbi della personalità. Molteplici altri fattori di interazione, come alcool e disturbi correlati alla droga, possono svolgere un ruolo importante nel comportamento suicidario.


Oltre alle condizioni di salute, le caratteristiche individuali e i fattori sociali sono stati associati a una più alta tendenza. In particolare, nella popolazione svizzera sono stati segnalati alla base di questa propensione caratteristiche sociali e socioeconomiche precise: come disoccupazione, difficoltà finanziarie o legali, essere un genitore single, vivere da solo, vivere in un'area urbana e background migratorio. Sulla base di studi sulla stagionalità del suicidio, anche le componenti ambientali possono entrare in gioco. Detto questo, molte persone di mia conoscenza dopo qualche anno a Zurigo hanno fatto ciao ciao con la manina e si sono trasferite di nuovo. Better safe than sorry. Dulcis in fundo, alcuni problemi comuni a molte città intorno al globo non sono estranei neanche nei loro civilissimi e ricchi territori urbani. Ad esempio a Ginevra, dove mi trovo in questo momento, la vita reale cozza con la visione immacolata di città di pace e accoglienza che hanno tentato di dipingere. Quello dell'accattonaggio e dei senzatetto è un problema concreto che stanno provando a contrastare in maniera piuttosto controversa. La nuova tecnica è quella di offrire agli homeless 20 CHF e biglietto di sola andata (treno o aereo) per località europee oltre i confini della Svizzera.
 

 

I POVERI IN GALERA
Tuttavia, chi accetta deve firmare un accordo per non tornare nel Paese, pena l'espulsione. Nonostante le varie leggi che vietino l'accattonaggio in pubblico, il fenomeno non sembra placarsi. Qualche anno fa la polizia ha inflitto una multa di 500 franchi svizzeri (455 euro) a una donna senza fissa dimora e, poiché ovviamente non aveva i soldi per pagarla, è stata costretta a scontare una pena detentiva di cinque giorni. Sei povero? Meriti la prigione. La questione si riflette nei bassi tassi di proprietà della casa e negli alti livelli di indebitamento delle famiglie, principalmente per via di mutui ipotecari. Solo il 36% circa delle abitazioni in Svizzera è occupato dai proprietari ed il debito delle famiglie è superiore al 130% del PIL, il più alto al mondo. Viene da sé immaginare che i nuovi arrivati con pochi mezzi hanno poche possibilità quando competono per l'alloggio. Alain Bolle, direttore di CSP Geneva, un ente di beneficenza, ha sottolineato che un sondaggio dell'Università di Genève pubblicato nel settembre 2021 ha rilevato più di 700 senzatetto nella sola Ginevra, con i cantoni bloccati nel deliverare alcun tipo di supporto. Civili si, ma non troppo. La vera perfezione della Svizzera è proprio in questo: creare esempi dove non si danno esempi. Un po' come con Guglielmo Tell, padre della patria. Eroe inventato da più di 700 anni. 

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