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Joe Biden, il sondaggio che lo massacra: cosa lo aspetta tra 24 ore

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Carlo Nicolato
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Se ancora c'era qualche dubbio in proposito sono bastate le ultime uscite pubbliche del presidente Biden a certificare che per i Democratici alle ormai imminenti elezioni di midterm restano ben poche speranze di mantenere il controllo di entrambe le camere. Anzi l'attuale prospettiva è che i Dem perdano sia la Camera che il Senato, consegnando di fatto gli ultimi due annidi mandato del loro presidente all'immobilismo politico. Biden l'ha buttata sul drammatico, facendo passare in secondo piano l'inflazione e l'imminente crisi economica ha avvisato gli elettori che martedì si voterà per la democrazia che mai nella storia degli Stati Uniti era stata così in pericolo. «Si rischia il caos» ha detto evocando cupe immagini da fine del mondo.
 

 

PROBLEMI REALI
La realtà però è che agli americani preme molto di più il fatto che tra l'aumento dei prezzi al supermercato e quello della benzina fanno sempre più fatica ad arrivare a una più modesta fine del mese. Un sondaggio di ABC News/Ipsos della scorsa settimana ha indicato che il 49% degli americani ha indicato l'economia e l'inflazione come le due questioni che più incidono sulla loro decisione di voto. Gli altri problemi sono tutti più trascurabili, quali ad esempio l'aborto, sul quale i Dem hanno basato la loro campagna per tutta l'estate, che incide solo per il 14%; o la questione della armi, che Biden ha citato solo qualche ora fa lanciando il divieto di vendita per le armi d'assalto, la quale conta per appena l'8%. Il più classico dei cavalli di battaglia della sinistra, i problemi del clima, arriva appena al 5% tra le maggiori preoccupazioni degli americani, per non parlare della guerra in Ucraina per la quale Biden ha speso già 60 miliardi di dollari ma che conta per appena il 2%. Questi dati pesano come una pietra tombale sulle speranze dei Dem per due ragioni fondamentali: la prima è che ovviamente le responsabilità di tale situazione non possono che essere addebitate all'attuale presidente (al netto di tutte le attenuanti certo, ma quando c'era Trump l'economia andava a gonfie vele, per non parlare delle Borse): la seconda ragione è che negli Usa quando l'economia va male i cittadini tendono a dare fiducia ai repubblicani, considerati più solidi e pragmatici.
 

 

 

I NUMERI
I sondaggi sul voto generico, senza tenere conto degli scontri diretti tra candidati, non fanno che confermare tale tendenza. Per quello di FiveThirtyEight il vantaggio dei Repubblicani alla Camera sarebbe di 1,3%, perle rilevazioni di Cygnal il gap attuale sarebbe di 3. Sui seggi la differenza è ancora più netta. Politico ad esempio parla di 215 seggi sicuri al Gop contro 194 ai Dem, e 28 ancora incerti. Ai Repubblicani basterebbero dunque 2 seggi per capovolgere la maggioranza alla Camera. Il problema per i Dem è che i repubblicani sembrano aver recuperato anche in quei distretti dove due anni fa Biden ha vinto a doppia cifra. Anche le prospettive sul risultato per il Senato non sembrano essere le migliori per i Dem. Il sito di FiveThirtyEight rileva attualmente un vantaggio tendenziale per il Gop di 54 a 46 seggi.

 

Determinanti per il Senato saranno i voti di Nevada, Georgia e Pennsylvania. Nei primi due sembra favorito il Gop, nel terzo il vantaggio dei Dem si va erodendo di giorno in giorno, e questo nonostante la Pennsylvania sia lo Stato che Biden ha più visitato in questa campagna. In Georgia si tiene la sfida più seguita delle elezioni, quella tra il repubblicano Herschel Walker e il dem Raphael Warnock, entrambi neri: il primo accusato di aver incoraggiato e pagato per alcuni aborti, nonché di aver minacciato le stesse donne e alcuni poliziotti, il secondo di aver investito la moglie con l'auto e di aver trascurato i suoi bambini piccoli. I Dem ovviamente non si danno per vinti, anzi secondo loro i dati sulle votazioni anticipate forniscono motivo di ottimismo. Oltre 35 milioni di americani hanno già votato per corrispondenza seguendo in teoria le indicazioni che Biden ha dato di andare a votare in massa. Il voto per posta tradizionalmente è Dem, specie dopo la guerra di Trump nella scorsa campagna elettorale, ma stavolta stando a diverse analisi indipendenti hanno votato anche moltissimi repubblicani, che saranno anche di più dopodomani quando si apriranno le urne. 

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