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Russia, spostamento sospetto nel Mar Nero: "Minaccia specifica"

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In una settimana sono state almeno dieci le navi della flotta russa del Mar Nero che hanno lasciato la base di Novorossiysk. Un dettaglio non da poco se si considera che la città che vanta il principale porto russo sul Mar Nero. Insomma, quanto basta a far scattare subito l'allarme. Il timore del ministero della Difesa britannico è legato a "una minaccia specifica". Nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence sulla situazione nel Paese, il Regno Unito afferma comunque che è "improbabile" che la manovra di mercoledì "significhi la preparazione di attacchi con missili da crociera lanciati via mare". Ed è "altamente improbabile che la flotta si stia preparando a operazioni di assalto anfibio". Il ministero dunque sottolinea che la Bsf "continua a dare priorità alla protezione delle forze rispetto alle operazioni offensive o di pattugliamento".

Intanto l'Ucraina deve fare i conti con continui bombardamenti. Due missili S-300 hanno colpito nella mattinata di sabato 14 gennaio le infrastrutture energetiche del distretto industriale di Kharkiv. A renderlo noto il sindaco della città ucraina, Ihor Terekhov, e il capo della regione di Kharkiv, Oleh Synehubov che ha anche reso noto che potrebbero esservi, in conseguenza degli attacchi, dei black out elettrici nella città. 

Da qui la stoccata del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Ci aspettavamo il sostegno che abbiamo ricevuto dai partner del triangolo di Lublino e dai nostri amici baltici: Estonia e Lettonia. Ma sarò onesto, ci aspettavamo un sostegno simile anche dai nostri vicini più prossimi, anche se non da tutti ovviamente, e cioè gli Stati dell’Unione europea. Ci aspettavamo aiuto da ognuno di loro e, sfortunatamente, non tutti sono stati all’altezza di queste aspettative. Ci sono stati tanti Paesi che si sono rivelati meschini". 

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