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Spagna, se per cambiare sesso basta solo una firma

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Mauro Zanon
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A tutte le persone che hanno più di 16 anni, in Spagna, basterà una semplice dichiarazione su un pezzo di carta per autodeterminare la propria identità di genere. Ieri, il Congresso dei deputati, ossia la camera bassa del Parlamento spagnolo, ha approvato in via definitiva la legge per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone trans e per la garanzia dei diritti delle persone Lgtbi, nota come “Ley Trans”.

«Questa è una delle leggi più importanti di questa legislatura, abbiamo fatto un enorme passo in avanti», ha dichiarato la ministra per l’Uguaglianza spagnola Irene Montero, promotrice del testo ed esponente del partito della sinistra radicale Podemos. «Questa legge riconosce il diritto delle persone trans ad autodeterminare la propria identità di genere. Le persone trans non sono persone malate, sono solo persone», ha aggiunto la ministra. 

DISFORIA DI GENERE
Fino a ieri, in Spagna, per cambiare la propria identità di genere sulla carta d’identità, erano necessari almeno due anni di trattamenti ormonali e una diagnosi medica o psicologica che attestasse la cosiddetta “disforia di genere”, cioè la condizione delle persone che si identificano con un genere diverso da quello corrispondente al sesso di nascita. Con la “Ley Trans”, il certificato medico, la relazione psicologica e i due anni di trattamento ormonali non saranno più obbligatori. La legge, approvata con 191 voti a favore, 60 contrari e 91 astensioni, faceva parte del patto della coalizione di governo formata dal Partito socialista spagnolo (Psoe) e Podemos e guidata dal primo ministro Pedro Sánchez. 

«Festeggiamo il fatto che questa legge sia stata approvata dopo otto anni di instancabile lavoro per ottenere diritti per la comunità trans», ha detto trionfante all’Afp Uge Sangil, capo di Felgbti+, la più grande organizzazione Lgbtq della Spagna. Ma l’approvazione della “Ley Trans”, che già aveva generato profonde divergenze all’interno della stessa coalizione di governo, ha suscitato un’ondata di indignazione anche nel mondo femminista spagnolo. «La legge trans cancella i nostri diritti, perché consente a qualsiasi uomo di registrarsi all’anagrafe come donna, senza nessuna prova medica, e nessuna transizione di sesso, diventando legalmente una donna, e questo rende carta straccia la legge sulla violenza di genere», hanno dichiarato a LaPresse alcune attiviste dei collettivi femministi Contra el Borrado de las Mujeres e Movimiento Feminista de Madrid, che si sono radunate davanti al Congresso per protestare contro l’approvazione della “Ley Trans”. 

«Ora tutti possono dire che sono donne senza fare niente», ci saranno conseguenze «nelle competizioni sportive, nelle carceri» e alcuni uomini ne approfitteranno per «usufruire ad esempio delle quote rosa», mettono in guardia le attiviste. Davanti al Congresso, le militanti dei collettivi femministi hanno chiesto le dimissioni della ministra Montero, già fortemente contestata in Spagna. La riforma prevede anche la possibilità per le ragazze minorenni di 16 e 17 anni, nonché per quelle con disabilità, di abortire senza bisogno del consenso dei genitori o dei tutori legali, e garantisce l’accesso all’aborto nelle strutture del sistema sanitario pubblico, più vicine alla propria abitazione.

LE REAZIONI
«È una legge che non tiene conto della realtà, che mischia termini come sesso e genere e crea insicurezza giuridica riguardo ai minori», ha protestato un’attivista dell’associazione di madri Amanda, che ha parlato, a condizione di anonimato, per tutelare la figlia che è stata una minore trans. «Chiederemo all’Ue di intervenire», ha aggiunto, sottolineando che «la transizione sociale è la porta d’accesso alla transizione medica» e all’assunzione di «ormoni e bloccanti della pubertà», che possono avere «conseguenze sulla salute». La follia dei progressisti non ha limiti.

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