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Papa Francesco-Zelensky, è stallo: cosa svela il comunicato del Vaticano

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No, l'incontro tra Papa Francesco e Volodymyr Zelensky non è stato dei migliori. Certo, totale rispetto e stima reciproca. Ma da un punto di vista dei risultati e delle prospettive, non ci siamo. Le differenze sono profonde. Come scrive il Corriere della Sera in un retroscena, "il cielo sopra San Pietro è grigio come le prospettive di pace".

Nel faccia a faccia durato oltre 40 minuti di ieri, sabato 13 maggio, a Roma, c'è stata convergenza su aspetti umanitari, ma non sulla situazione politica. Zelensky, insomma, non appoggia la "missione di pace" di cui il Pontefice aveva parlato a fine aprile. E il premier ucraino lo ha confermato a Porta a Porta, parlando con Bruno Vespa, quando ha detto che Kiev non ha bisogno di mediatori. Con l'invasore Vladimir Putin e con la Russia non si tratta, non si parla: questa la linea di Zelensky.

"Ho chiesto di condannare i crimini russi in Ucraina, perché non può esserci uguaglianza tra la vittima e l’aggressore", afferma Zelesnky lasciando trasparire una certa insofferenza sui tentativi di Francesco di "costruire ponti", mettendo il Vaticano a disposizione per una trattativa che possa condurre alla pace.

E lo stallo tra Zelensky e Francesco viene confermato anche dagli scarni comunicati della santa sede dopo il faccia a faccia: poche righe in cui non si fa cenno all'invito al Papa di andare a Kiev, invito ricevuto da Zelensky- Il Pontefice infatti ha detto chiaro e tondo che lo farà soltanto se potrà andare a Mosca.

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