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Russia, in carcere l'uomo dei supermissili Kinzhal: cosa non torna

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"Accuse gravissime" ma misteriose quelle che hanno portato Anatoly Maslov a processo. Lo scienziato 76enne è stato arrestato lo scorso giugno a San Pietroburgo, Russia, e da allora il fascicolo è contrassegnato come "top secret". Quello di Maslov non è un nome qualsiasi. L'uomo è infatti uno dei tre scienziati che hanno lavorato ai missili ipersonici. L'esperto, professore e ricercatore presso l’Istituto Khristianovich di teoria e Meccanica Applicata nella città siberiana di Novosibirsk, non è l'unico imputato. A essere accusati con lui, Alexander Shiplyuk e Valery Zvegintsev altri due scienziati che hanno lavorato per anni sui missili ipersonici. Secondo diversi media, i tre sarebbero sospettati di aver consegnato segreti alla Cina.

 

 

Ma non solo, perché il sospetto è che dietro all'arresto dei tre ci sia il funzionamento dei missili. Lo stesso Vladimir Putin, prima che l'Ucraina dichiarasse di averne abbattuti sei in una notte, aveva dichiarato che i Kinzhal, i "pugnali", erano "imbattibili". Si tratta di missili in grado di viaggiare a 12.250 chilometri orari eludendo così le difese aeree nemiche. Ecco dunque che, sebbene Mosca neghi, è probabile che i motivi di risentimento contro i tre scienziati siano legati proprio a questo.

 

 

In una lettera, i colleghi siberiani dei tre accademici hanno professato la loro innocenza e affermato che i procedimenti giudiziari rischiano di infliggere gravi danni alla scienza russa. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto che il caso è di competenza dei servizi di sicurezza. "Abbiamo effettivamente visto questo appello, ma i servizi speciali russi stanno lavorando su questo caso. Stanno facendo il loro lavoro. Si tratta di accuse molto gravi", ha detto senza però scendere nei dettagli.

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