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Albania, la verità sulle vacanze low cost: quello che nessuno dice

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Ignazio Stagno
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Vacanze d’Albania. La prima parte di questa rovente estate 2023 è stata accompagnata dagli “spot” sui social di connazionali che, a colpi di video e post, hanno raccontato il nuovo eldorado delle ferie: per l’appunto l'Albania, dai servizi impeccabili e dai prezzi molto contenuti rispetto all'Italia. Per almeno tutto luglio e la prima metà di agosto ci siamo sorbiti il racconto di questo paradiso per il portafoglio, al punto da mettere in discussione anche il primato delle isole della Grecia, quelle meno note, che per anni hanno rappresentato la meta low cost per chi partiva dall'Italia. Pranzi e cene a 20 euro a testa, lettini e ombrelloni tra i 10 e i 25 euro, noleggi d'auto “regalati” e tutto «alla faccia di chi fa le vacanze in Italia». Qualcosa però è cambiato. La faccenda negli ultimi giorni si è ribaltata. Sui social, da Facebook a Instagram passando per Tik Tok, abbondano i racconti di chi, in Albania, si è fatto spennare o ha vissuto delle vacanze da incubo.

La meta più discussa nei trend dei social è Saranda. E proprio da lì arriva lo sfogo di Rocco su Tik Tok. Lui, turista italiano in trasferta, è salito a bordo della "Nave pirata" per un giro (in giornata) davanti alle coste albanesi: «La nave aveva 100 posti, ma a bordo eravamo 300 - spiega -. Il viaggio è durato 5 o 6 ore e metà delle persone è rimasta in piedi. Tra loro c'erano tantissime coppie di ragazzi con bambini, anche di pochi mese. Noi avevamo una panca e ci siamo stretti per far sedere una coppia di ragazzi napoletani, altrimenti avrebbero dovuto fare il viaggio in piedi». E ancora: «Nauseati dalla puzza del carburante, ci siamo ritrovati al centro di uno schiuma party e io sono caduto a terra, rischiando di sbattere con la testa». Poi la sentenza finale: «Sconsigliatissima».

Ed è solo uno dei tanti. C’è chi si lamenta per il costo di un set di due lettini e ombrellone nella spiaggia di Pulebardha Beach: «Abbiamo chiesto un ombrellone e due lettini e ci è stato risposto che se avessimo pranzato al ristorante della spiaggia il prezzo sarebbe stato di 2500 lek (circa 25 euro), mentre senza pranzo di 3000 (30 euro). Ma da quando i prezzi variano in base a questa scelta?», racconta Flavia. Poi aggiunge: «Ombrelloni ammassati l’uno sull’altro, si vede che – continua il racconto della turista – cercano di sfruttare al massimo queste strutture nel bel mezzo della natura. Noi alla fine abbiamo deciso di pranzare al ristorante, pagando 5 euro in meno per l’ombrellone e i lettini. Ma anche al ristorante regnava il caos. Tanto che avevamo ordinato anche un’orata ma alla fine abbiamo chiesto di non portarla perché stavamo aspettando da troppo tempo». Poi, sempre sui social, c’è chi racconta di caffè pagati a 4,50 e anche chi ha pagato ben 200 euro per un gazebo. E monta la rabbia: «Sponsorizzato ovunque da video fatti da “influencer”, ma la realtà è completamente diversa. Spiagge piccole piene di ombrelloni e sdraio ovunque, ghiaia al posto della sabbia portata da appositi camion, acqua torbida, moto d’acqua che corrono a destra e sinistra tutto il giorno con annessa puzza di gas. E ancora maleducazione, guidano male e c’è sempre traffico», spiega un turista italiano. E c'è anche spazio per una lamentela anche sui pagamenti: «Il pos è visto come il diavolo, prezzi molto più alti delle aspettative, a Ksamil un ombrellone e 2 lettini li abbiamo pagati da 25 a 50 euro al giorno. Non torneremo mai più». E un altro turista, Luca, racconta a Libero la sua esperienza sempre a Ksamil: «Sono partito dalla Sicilia per godermi le vacanze in Albania. Del resto le premesse c’erano tutte, tariffe molto più basse rispetto all’Italia. Ma quando sono arrivato lì ho capito come stanno davvero le cose. Il lido aveva gli stessi prezzi di uno italiano in una località top, ho pagato 50 euro. Ma c’erano set anche ben più costosi, intorno ai 100 euro. Il costo del noleggio dell’auto è stato anche esorbitante, 90 euro al giorno. Ho provato questa esperienza anche perché influenzato dai social, ma per il prossimo anno, a parità di costi, mi godo il mare della mia Sicilia. Magari torno a Cefalù dove i servizi sono all’altezza di quanto spendi». Insomma, non è certo il paradiso in terra per i vacanzieri, ma come in tutte le cose, conta molto l'esperienza personale e magari anche la fortuna. Però quel ritornello di inizio estate che narrava di una Albania come cura per il caro prezzi in Italia, comincia a fare acqua...

 

 

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