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Prigozhin, "l'ho messo in guardia ma...". Lukashenko, una rivelazione sconcertante

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"Non posso credere che dietro ci sia Putin". Il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko, dittatore-fantoccio che dipende in tutto e per tutto da Mosca, ha detto di non riuscire a immaginare che il presidente russo Vladimir Putin, suo grande (e unico) alleato sia responsabile per lo schianto dell'aereo in cui sono morti Evgeny Prigozhin, fondatore del Gruppo Wagner, e il suo braccio destro Dmitry Utkin. "Non so chi sia" dietro l'accaduto, ha dichiarato Lukashenko, ma "conosco Putin: agisce con calcolo, è un uomo molto calmo e persino lento nel prendere decisioni su altre questioni meno complicate". Quanto è avvenuto è "troppo rozzo e poco professionale", ha aggiunto.

 

 



Prigozhin e Utkin erano finiti nel libro nero di Putin dallo scorso giugno, quando tentarono un clamoroso golpe fermandosi a 200 chilometri dalla capitale Mosca. In quel caso fu decisiva la mediazione dello stesso Lukashenko, che accettò di ospitare i due miliziani ribelli e le truppe della Wagner pur di scongiurare uno scontro a fuoco nel cuore della metropoli russa. Prigozhin e Utkin, già da mesi in contrasto con i vertici militari delle forze armate russe, di fatto diventarono da allora due esiliati, anzi, due "morti che camminano" come il misterioso incidente aereo che li ha visti perire mercoledì sembra confermare. 

 

 



Nonostante questo, si premura di sottolineare Lukashenko, il capo della Wagner non ha mai chiesto aiuto per la sua sicurezza al presidente della Bielorussia. "Non ero tenuto a garantire la sicurezza di Prigozhin in primo luogo. E poi, la discussione con lui non ha mai toccato questo tema", aggiungendo però di aver "messo in guardia" sia Prigozhin sia Utkin dei rischi in un colloquio a tre. "La Wagner - taglia corto il dittatore - è in vita e lo rimarrà in Bielorussia, indipendentemente da quello che qualcuno vuole".

 

 

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