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Lady Diana morì per sbaglio

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Doveva essere solo un piano per farla spaventare

francesca Belotti
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La principessa Diana non avrebbe dovuto morire, ma solo essere spaventata. E? quello che sostiene l'avvocato Michael Mansfield che ha dichiarato che la principessa Diana è morta accidentalmente, dopo il fallimento di vari tentativi di spaventarla affinché lasciasse il fidanzato Dodi Al Fayed e la smettesse di attaccare l'establishment e la famiglia reale, a quanto scrive il Daily Mail. Secondo il legale, gli ”assassini” di Diana non avevano alcuna intenzione di ucciderla. Chi siano questi assassini Mansfield non lo dice. Fa solo intendere che ci sarebbero dei legami con il complotto di cui parlò il padre di Dodi, che coinvolgeva le massime autorità britanniche, da Tony Blair ai servizi segreti della Corona. Un piano ordito perché in patria erano stanchi delle affermazioni critiche di Diana sulla famiglia reale. Le indagini partite subito dopo la morte di Diana, inoltre, misero in evidenza le intenzioni della principessa che stava per denunciare pubblicamente la vendita di armi da parte della Gran Bretagna a molti Paesi che non rispettavano i diritti umani. Una strada, insomma, che porterebbe a una ritorsione “anticipata” contro una donna che avrebbe rovinato molti affari internazionali. Mansfield, che rappresentò Mohamed al Fayed nell'inchiesta da questi voluta sulla morte di Diana e del figlio nel 2007, ha dichiarato: ”Non credo che alcuno volesse ucciderla. C'era solo un piano per sabotare la sua relazione e farle cambiare vita perchè la smettesse con le sue attività antigovernative”. Una giuria ha concluso nell'aprile del 2008, dopo un'inchiesta durata sei mesi, che Diana è stata uccisa per colpa della negligente condotta del suo autista, Henri Paul, e dei fotografi che inseguivano l'auto su cui si trovava la coppia. In un'intervista col quotidiano catalano El Periodico pubblicata venerdi, Mansfield ha ribadito che le autorità britanniche erano contrarie a vari aspetti delle attività di Diana. La principessa aveva tra l'altro rilasciato interviste in cui attaccava la famiglia reale per il modo in cui la trattava. ”Ma quello che più di ogni altra cosa aveva infastidito le autorità – ha detto Mansfield – era la campagna di Diana contro le mine vendute a Paesi che non rispettano i diritti umani. L'industria britannica degli armamenti è enorme e molto potente, una delle più grandi del mondo”.

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