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Israele, 90 minuti di terrore: suona l'allarme per l'attacco dal cielo, ma è uno sbaglio

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Novanta minuti di panico totale, con più di due milioni di israeliani che si sono rintanati nei rifugi e nei bunker, dopo l'avviso di imminente attacco con droni. Ma si trattava di un falso allarme, come ha ammesso l'Idf (l'Israel defense forces). Dopo aver mandato i residenti di ogni città del nord di Israele a cercare riparo per un possibile massiccio attacco di droni dal Libano, il portavoce dell'esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto in una dichiarazione pubblica che non c'è stato alcun incidente nel nord di Israele, aggiungendo che l'esercito sta indagando su cosa abbia causato il suono delle sirene di allarme in tutta la regione.

 

 

Uno scivolone che ha dell'incredibile. "Si è verificato un errore e stiamo indagando: verificheremo se si è trattato di un guasto tecnico o di un errore umano", ha proseguito Hagari. "Voglio calmare l'opinione pubblica e dire che in questa fase non vi è alcun grave incidente che riguarda la sicurezza nel nord".

Ieri 11 ottobre, poco prima delle 18,30 (ora locale), le sirene per i raid aerei hanno suonato in tutto il nord di Israele, segnalando 15-20 droni dal Libano che presumibilmente attraversavano il territorio israeliano. Circa 10 minuti dopo, altre sirene hanno suonato nel contesto di un sospetto allarme di infiltrazione terroristica nella città settentrionale di Ma'ayan Baruch, e successivamente a Ma'alot Tarshiha. Il Comando del Fronte Interno dell'Idf ha chiesto ai residenti delle comunità di confine nella Galilea, sulle alture di Golan e nell'area di Haifa di rifugiarsi "fino a nuovo avviso", temendo un "attacco su larga scala". Attacco che poi appunto non c'è stato.

 

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