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Germania, "sospendiamo la regola". Dichiarazione di guerra alla Ue: esplode il caso

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Bufera sulla Germania, dopo la decisione di sospendere nel 2023, per il quarto anno consecutivo, la norma costituzionale che limita fortemente il ricorso al deficit pubblico. L'intenzione di ricorrere di nuovo a questo strumento è stata annunciata dal ministero delle Finanze, dopo le forti tensioni provocate da un recente verdetto della Corte costituzionale. Dai giudici, in particolare, è arrivato l'alt all'utilizzo extra bilancio di fondi pandemici poi dirottati su altri settori. 

Nei prossimi giorni, il governo "presenterà un bilancio collettivo" per "garantire" la spesa prevista per quest'anno e per farlo invocherà "una situazione di urgenza", condizione necessaria per sospendere ancora una volta la norma costituzionale nota come "freno al debito", che limita il deficit pubblico allo 0,35% del Pil.

 

 

 

Questo freno era già stato sospeso tra il 2020 e il 2022 a causa della pandemia Covid, mentre quest'anno doveva essere rispettato. A quanto pare, però, Berlino non ci riesce, dovendo fare i conti con le conseguenze della sentenza della Corte costituzionale, che ha annullato il trasferimento di 60 miliardi di euro di crediti non utilizzati - principalmente quelli derivanti dalla pandemia - in un fondo dedicato agli investimenti verdi e al sostegno dell'industria. 

Il bilancio bis preannunciato includerà una spesa per introdurre un "freno ai prezzi dell'elettricità e del gas" per le famiglie e le imprese, "su una base costituzionalmente sicura", ha dichiarato il ministro delle Finanze Christian Lindner. Al momento, questa spesa è stata congelata a seguito di un richiamo all'ordine da parte della Corte suprema. In ogni caso, il ministro ha dichiarato di voler "chiarire le cose" per l'anno in corso, in modo da poter avviare le discussioni sul bilancio 2024, già rinviate a tempo indeterminato dal governo.

 

 

 

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