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Biden, sexy scandalo del figlio: Sleepy Joe rischia l'impeachment

Carlo Nicolato
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Droghe, escort e fidanzate, alberghi di lusso e proprietà in affitto, auto sportive, vestiti e altri oggetti di carattere personale: Hunter Biden si è dato alla bella vita, ha sperperato e speso anche di più di quello che aveva, ma per quattro anni non ha pagato le tasse. Le nuove accuse che la Corte federale di Los Angeles ha avanzato nei confronti del figlio del presidente degli Stati Uniti rischiano di compromettere la già non facile campagna elettorale di Sleepy Joe. E in un certo senso anche di mettere in ginocchio le speranze ucraine dall’altra parte dell’Oceano di ottenere quegli aiuti imprescindibili per la vittoria nella guerra contro Putin. Il colpo di scena arriva a poche ore dalla decisione della maggioranza repubblicana al Congresso di valutare attraverso un’inchiesta se Biden abbia in qualche modo aiutato il figlio nei suoi affari e quindi debba essere sottoposto a impeachment. La Casa Bianca ha ripetutamente affermato che il presidente non era a conoscenza degli affari di suo figlio ma all’inizio della settimana scorsa il presidente del comitato di sorveglianza della Camera James Comer ha rilasciato dei documenti bancari citati in giudizio che mostrano che un'entità di proprietà di Hunter aveva effettuato «pagamenti mensili diretti al padre».

I CARICHI PENDENTI
Hunter è incriminato per nove reati fiscali, tre di evasione e gli altri minori. Roba seria insomma, da 17 anni di carcere se le accuse dovessero essere confermate in giudizio. E non sono le sole accuse peraltro perché il rampollo Dem è sotto procedimento anche nel Delaware per il mancato pagamento di tasse e dichiarazioni fraudolente all’Fbi nell’acquisto di una pistola. Di tutto questo si sta occupando il super procuratore David Weiss, nominato dal dipartimento di Giustizia americano per seguire le inchieste che lo riguardano. In California Hunter è accusato di aver evaso le tasse per quattro anni, di non aver pagato tra il 2016 e il 2019 tutto il dovuto, cioè 1,4 milioni di dollari. Nella prima inchiesta invece gli venivano contestati il mancato pagamento di centomila dollari per due anni, un presunto reato al quale si è poi aggiunto quello di false informazioni comunicate per ottenere una riduzione dell’imponibile e pagare meno.

 

 

Ma come ha sperperato Hunter, come ha speso i soldi che avrebbe dovuto dare allo Stato? I magistrati sostengono che solo dal bancomat avrebbe prelevato 1,6 milioni di dollari in 4 anni. Nello stesso periodo ha speso oltre 683.000 dollari in «pagamenti di varie donne» che ospitava in hotel di lusso dove teneva festini. Altri 200mila dollari sono stati spesi in «intrattenimento per adulti» on line e dal vivo, 397.530 dollari in abbigliamento e accessori e 237.496 dollari in salute, bellezza e farmacia. Andando ancora di più nei particolari si scopre che Hunter avrebbe dato 1.500 dollari a una ballerina in uno strip club, 11.500 per due notti con una escort di lusso, quasi 30mila per un sito di pornografia online e 10.000 «per acquistare un abbonamento a un sex club». Secondo l’accusa, Hunter avrebbe ordinato al suo assistente personale nel 2018 di inserire sul libro paga della sua azienda quali collaboratrici tre donne «con le quali aveva avuto rapporti romantici o sessuali» e una quarta donna imparentata con una delle tre. L’accusa afferma che Biden sapeva che il salario, che ammontava a 86.000 dollari, era «una falsa detrazione», ma che non aveva informato i suoi contabili. Le spese per le spogliarelliste e i siti porno erano invece stati fatti passare per costi aziendali.

 

 

ODORE DI IMPEACHMENT
Le nuove accuse all’irrequieto figlio arrivano come una valanga sull’attività politica ed elettorale dell’illustre padre, proprio in un momento in cui già i sondaggi lo relegano ai minimi storici di consenso (meno del 40%). Per assurdo qualcuno arriva a dire che questa non è una buona notizia nemmeno per Trump in quanto la situazione in cui si trova l’attuale presidente rende meno credibile la strategia del perseguitato del tycoon. Una magra consolazione dal momento che i Dem nemmeno hanno un piano B. Se infatti Biden travolto dagli scandali dovesse fare un passo indietro, nel suo partito non c’è un solo candidato credibile pronto a sostituirlo. Anche per l’Ucraina di conseguenza si profilano prospettive tra le peggiori. Il presidente Biden a questo punto è più debole che mai, in odore di impeachment e senza una maggioranza alla Camera, è più che mai ricattabile. Sarà ancora più difficile convincere i repubblicani a votare così com’è il pacchetto sulla sicurezza che include i nuovi aiuti a Kiev, praticamente impossibile. 

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