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Russia, dopo Mosca un nuovo attacco? "Ecco dove stanno colpendo"

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Secondo l'intelligence ucraina, oggi 23 marzo, il giorno dopo il terrificante attentato a Mosca, sono in atto attacchi hacker ai server delle autorità della Federazione russa. Secondo quanto si legge sul sito del Tempo, "lo ha scritto Telegram Rbc-Ukraine, riportando che sono stati bloccati i siti www.avard.gov.ru, www.gov.ru (il sito principale) e il server finale fso.gov.ru. Nessuno sa se l'attacco degli hacker è collegato all'orrore che si è consumato nel cuore di Mosca".

Da parte sua il Cremlino continua a collegare l'attacco a Kiev anche se è stato subito rivendicato dall'Isis. Questo attentato peraltro è avvenuto dopo una serie di minacce e rappresenta la ritorsione dell’organizzazione jihadista contro la partecipazione della Russia ai conflitti in Siria e nel Sahel africano. "I combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un grande raduno cristiano nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendo centinaia di persone e causando lì una vasta distruzione prima di ritirarsi in sicurezza nelle loro basi", ha comunicato il gruppo attraverso il suo canale Telegram.

Si tratta del primo grave attentato terroristico in Russia degli ultimi 20 anni. Ma già il 3 marzo scorso, le forze di sicurezza russe avevano eliminato sei sospetti jihadisti in un’operazione in Inguscezia, nel Caucaso settentrionale, mentre il 7 marzo una cellula dell’Isis nella provincia di Kaluga, che intendeva attaccare una sinagoga a Mosca, era stata smantellata dal Servizio di sicurezza federale russo (Fsb). Il giorno dopo, l’8 marzo, diverse ambasciate occidentali, tra cui quella degli Stati Uniti, avevano avvertito i loro cittadini in Russia della possibilità di attacchi imminenti nel Paese, soprattutto in occasione di grandi eventi a Mosca.  

L’attacco di venerdì a Mosca è stato preceduto da un’altra azione contro la Russia. Il 5 settembre 2023, infatti, l’Isis aveva rivendicato l'attentato vicino all’ambasciata russa a Kabul, dove perse la vita il secondo segretario e una guardia di sicurezza. La Russia, insieme ad alcune nazioni come Pakistan e Iran, ha mantenuto la sua ambasciata a Kabul dopo il ritorno al potere, il 15 agosto 2021, dei talebani che, nonostante il loro fondamentalismo, sono rivali dell’Isis.

La contrapposizione tra i terroristi islamici e la Russia, risale al 2015, quando, su richiesta del presidente Assad, Putin ha iniziato a sostenere il governo siriano contro i ribelli dell’opposizione e i gruppi jihadisti, compreso l’Isis. L’intervento russo è stato fondamentale per sedare la ribellione e sconfiggere i terroristi, che aveva annesso territori al suo califfato in Iraq. I jihadisti delle repubbliche russe del Caucaso attivi in Siria, sono poi tornati in 
Russia dopo il conflitto, tornando una minaccia per Mosca.

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