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Ilaria Salis, "la conferma da fonti tedesche": perché ora si mette malissimo

Daniele Dell'Orco
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Con un processo in corso non è ancora dato sapere se Ilaria Salis rientri nella categoria dei “compagni che sbagliano”, ma per la sinistra è comunque già da ora una martire dello stato di diritto. Col Pd che voleva addirittura candidarla alle elezioni europee, in questi ormai quattordici mesi di reclusione in Ungheria si è parlato molto di più delle sue foto con catene e schiavettoni nei tribunali magiari che delle sue “imprese” violente che tanto piacciono ai colleghi docenti nostalgici delle repressioni comuniste come Christian Raimo.

Le ricostruzioni non solo giudiziarie ma anche giornalistiche dei fatti di Budapest invece, man mano che passa il tempo, non fanno altro che confermare la partecipazione della 39enne ai raid punitivi in giro per la città.

In quei giorni, il 9 e 10 febbraio 2023, a Budapest si svolgeva una manifestazione con cui gruppi di estrema destra che commemoravano la resistenza delle SS naziste all’assedio della città da parte dell’Armata Rossa nel 1945.

Salis e altri presunti componenti della “Hammerbande” (la banda del martello, quello che usano per colpire le vittime), una sorta di gang che come ricostruito da Libero con l’ausilio di fonti tedesche ha il “core” a Lipsia, Berlino e Jena, organizzarono almeno cinque raid, durante i quali vennero aggrediti a sorpresa non solo militanti di estrema destra ma anche cittadini comuni scambiati per neonazisti. Per questo deve rispondere di appartenenza ad un’associazione criminosa e di tentato omicidio colposo in concorso.

 

LE IMMAGINI - Il portale Open sostiene di aver verificato ciò che era possibile di quelle ore di “caccia all’uomo”, attraverso le immagini e i video a disposizione. Due delle aggressioni vedrebbero protagonista anche Salis, in particolare quella avvenuta in pieno giorno in piazza Gazdagréti e quella notturna in via Bank contro il cantante di destra László Dudog. La sua appartenenza alla banda, per Open, avrebbe riscontri ad esempio nell’acquisto dei biglietti insieme ai coimputati e nel possesso del numero di telefono di un legale ritenuto difensore della stessa Hammerbande.

Open, citando fonti ungheresi anonime, sostiene poi che gli inquirenti sarebbero in possesso di un video a volto scoperto di Ilaria Salis a seguito di una delle aggressioni. Al momento, le uniche riprese rese pubbliche sono quelle del linciaggio diurno in piazza Gazdagréti, probabilmente provenienti dalle telecamere di sicurezza di uno dei locali. Ma è lecito ipotizzare che, a seguito della fuga, gli aggressori abbiano scoperto il volto anche per non destare sospetti mischiandosi con il pubblico, senza tenere conto che l’intera area risulta presidiata dalle telecamere di sicurezza della Polizia ungherese, elencate nel sito istituzionale.

 

 

L’INDIZIO - C’è poi un altro “indizio” di carattere probatorio. Le riprese delle aggressioni ottenute dagli inquirenti sarebbero state analizzate da un esperto in antropometria forense, tecnica digitale utilizzata per misurare le strutture anatomiche del corpo umano per stabilire le corrispondenze e identificare delle persone riprese in una foto o in un video. Da questa perizia la presenza di Ilaria Salis nei raid sarebbe confermata con una percentuale superiore al 90%.

Eppure, l’apologia di Salis in Italia non si placa. Come non si fermano le repliche piccate che arrivano dall'Ungheria. «Il padre di Ilaria Salis ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico e ora sembra sorpreso che arrivino risposte politiche a queste accuse totalmente infondate» dice il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs in un video postato su X. «Non è un’eroina. Lei e i suoi “compagni” sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi». Poi, ancora su Roberto Salis, aggiunge: «Come padre farebbe forse bene a riflettere su come sua figlia si sia trovata in un incidente del genere ancora una volta, perché questo caso non è senza precedenti; la signora in questione è stata coinvolta in incidenti simili in passato. E non dimentichiamo, in effetti, che dovremmo sottolineare che il crimine è estremamente grave e prevede allo stesso modo sentenze severe in base al sistema legale ungherese».

L’Ungheria, che non molla di un centimetro sullo stato di diritto, continuerà a difendere la reputazione della propria magistratura.

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