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Emmanuel Macron prende in giro la Francia: un governo ignorando il voto

M.Z.
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Un’ammucchiata nazionale, con tutti dentro tranne la France insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon e il Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella. È questo il desiderio del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, che in una lettera aperta pubblicata su diversi quotidiani regionali, ha invocato una maggioranza solida e plurale, un governo di larghe intese. «Divise al primo turno, unite da reciproche desistenze al secondo, elette grazie ai voti dei loro vecchi avversari, solo le forze repubblicane rappresentano una maggioranza assoluta. La natura di queste elezioni, segnate da una chiara richiesta di cambiamento e di condivisione del potere, impone loro di costruire un’ampia coalizione», ha scritto Macron nella sua “Lettre aux français”.

PROTETTORE E GARANTE
«Come presidente della Repubblica, sono al tempo stesso il protettore degli interessi superiori della nazione e il garante delle istituzioni e del rispetto della vostra scelta. È in questa veste che chiedo a tutte le forze politiche che si riconoscono nelle istituzioni repubblicane, nello stato di diritto, nel parlamentarismo, in un orientamento europeo e nella difesa dell’indipendenza francese, di impegnarsi in un dialogo sincero e leale per costruire una solida maggioranza, necessariamente plurale, per il Paese», ha aggiunto.

 

Secondo Macron, l’unità dovrà essere costruita «attorno a pochi grandi princìpi per il Paese, a valori repubblicani chiari e condivisi, a un progetto pragmatico e leggibile», «dovrà garantire la massima stabilità istituzionale possibile» e «riunirà uomini e donne che, nella tradizione della Quinta Repubblica, mettano il Paese al di sopra del proprio partito, la nazione al di sopra delle proprie ambizioni». Macron ha riconosciuto che la destra sovranista si è «imposta al primo turno con quasi 11 milioni di voti», ma rivolgendosi ai francesi ha aggiunto queste parole: «Al secondo vi siete chiaramente rifiutati di farla salire al governo». L’inquilino dell’Eliseo, attualmente impegnato al vertice Nato di Washington dove starà meno del previsto in ragione della situazione politica interna, ha concluso la sua missiva chiedendo ai francesi «di dare alle forze politiche un po’ di tempo per elaborare questi compromessi con calma e rispetto».

 

«Nel frattempo, l’attuale governo continuerà a esercitare le proprie responsabilità e si occuperà degli affari correnti secondo la tradizione repubblicana», ha sottolineato Macron.
Ma c’è chi non ha alcuna intenzione di aspettare le trattative e soprattutto di essere escluso dai giochi: la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, il partito con il maggior numero di deputati, 77, all’interno della coalizione delle sinistre, il Nuovo fronte popolare.

REAZIONI
Macron «rifiuta di riconoscere i risultati delle urne» e deve «inchinarsi» a Nfp, ha tuonato ieri Mélenchon su X, prima di aggiungere: «Questo è il ritorno del veto reale sul suffragio universale». Anche la leader di Rn Marine Le Pen, in serata, ha reagito alla lettera del capo dello Stato ai francesi, definendo i comportamenti di Macron un «circo indegno». «Se ho capito bene, nella sua lettera, Emmanuel Macron propone di bloccare Lfi, che ha contribuito a far eleggere tre giorni fa e grazie alla quale sono stati eletti, sempre tre giorni fa, i deputati di Renaissance... Questo circo sta diventando indegno», ha scritto su X la capogruppo dei deputati Rn all’Assemblea nazionale. Nfp ha chiesto la nomina di un premier che attui il loro programma elettorale, compresa la tassa del 90% su tutti i redditi superiori a 400.000 euro. Per Patrick Martin, presidente del Medef, la Confindustria d’oltralpe, il programma Nfp sarebbe «fatale per l’economia francese».

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