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Trump, il delirio di Alan Friedman: "La colpa di questa violenza è solo di Donald"

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Negli Stati Uniti sparare a un presidente - o a un candidato alla Casa Bianca - è più comune di quanto si pensi. Prima di Donald Trump, vittima di un attentato durante un comizio, si ricordano infatti Abraham Lincoln, John F. Kennedy, Ronald Reagan e tanti altri. L'America di oggi però sta vivendo un momento molto delicato. Il presidente in carica Joe Biden non appare in condizioni di salute ottimale per ricorire quel ruolo di cruciale importanza. E la divisioni tra i sostenitori di The Donald e i suo detrattori si fa sempre più lacerante. 

"L’America è un paese spaccato come non mai. Quel che stiamo accertando è che un numero crescente di americani approva l’utilizzo della violenza nel discorso pubblico", spiega Alan Friedman al Giorno. Ma per il giornalista la colpa di questa violenza è solo di Donald Trump. "Il fatto è che l’incremento degli episodi di sangue, come le sparatorie sulla folla, si mescola con la ‘legittimazione’ e l’evocazione della violenza che Trump fa in ogni occasione - sottolinea Friedman -. Ha portato la violenza a un nuovo livello di ‘normalizzazione’".  

 

Secondo Alan Friedman, il tycoon sfrutterà l'attentato subito per trarre un vantaggio nella corsa alla Casa BIanca contro Biden. "Trump guadagnerà la scena della Convention (che si inaugura oggi, ndr.), interpretando al tempo stesso il ruolo di martire e di uomo forte pronto a reagire. Mentre alcune frange già alludono al complotto a opera del presidente Joe Biden. Chi si frega le mani è Putin. Con Trump - aggiunge - si rischia una sorta di ‘orbanizzazione’ degli Stati Uniti".

 

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