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Gershkovich "torna negli Usa". Scambio di prigionieri con la Russia: cosa sta succedendo

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Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, riconosciuto colpevole in Russia di spionaggio e condannato a 16 anni di prigione di massima sicurezza, tornerà negli Stati Uniti oggi come parte di uno scambio di prigionieri. Lo ha annunciato Fox News, citando informazioni ottenute dal Wall Street Journal e senza fornire ulteriori dettagli, precisando che il canale sta lavorando per ottenere maggiori informazioni sul possibile scambio.

La notizia dello scambio è stata poi confermata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha parlato di "un'impresa diplomatica". "Oggi tre cittadini americani e un titolare di 'green card' (autorizzazione rilasciata dalle autorita' Usa che consente a uno straniero di risiedere sul suolo statunitense per un periodo di tempo illimitato) americano, ingiustamente imprigionati in Russia, stanno finalmente tornando a casa: Paul Whelan, Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza. L'accordo che ha garantito la loro libertà è stata un'impresa diplomatica. In totale, abbiamo negoziato il rilascio di 16 persone dalla Russia, tra cui cinque tedeschi e sette cittadini russi che erano prigionieri politici nel loro stesso Paese. Alcune di queste donne e uomini sono stati ingiustamente trattenuti per anni. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili. Oggi la loro agonia è finita", ha affermato Biden in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. 

Già nel pomeriggio di mercoledì si era diffusa l'ipotesi di uno scambio di prigionieri eccellenti. Nei giorni, scorsi, infatti, alcuni tra i più noti detenuti politici russi erano misteriosamente scomparsi dalle carceri in cui erano rinchiusi, da Vladimir Kara-Murza a Ilya Yashin, da Ksenia Fadeyeva a Oleg Orlov. Dopo la denuncia dei loro familiari, il timore diffuso era che fossero stati trasferiti in segreto da un centro detentivo a un altro, ma il fatto che siano "spariti" tutti in contemporanea ha dato adito alla speranza di uno scambio di detenuti su vasta scala tra il Cremlino e i Paesi occidentali.

Un segnale, in questo senso, potrebbe essere stata la grazia che il dittatore bielorusso Lukashenko ha concesso ieri a un cittadino tedesco condannato a morte e le condanne - ritenute di ovvia matrice politica - inflitte nei giorni scorsi in tempi insolitamente rapidi allo stesso Gershkovich e alla reporter russo-americana Alsu Kurmasheva (per concedere la grazia, infatti, tecnicamente serve una condanna).

Il presidente russo Vladimir Putin ha lasciato capire di volere il rilascio di Vadim Krasikov, presunto ex agente russo accusato di aver ucciso un ex comandante ceceno a Berlino. Sono almeno otto i cittadini russi considerati prigionieri politici del regime di Putin che non si sa dove siano esattamente. E a loro si aggiunge un altro cittadino americano, Paul Whelan, condannato a 16 anni per accuse di spionaggio che lui ha sempre respinto dicendosi vittima di un "teatrino politico". La sua avvocata oggi ha infatti affermato di "non sapere dove si trovi" e di aver chiesto alle autorità russe se il suo assistito sia nella colonia penale in Mordovia, dove è stato recluso finora. 

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