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Spagna, picchia la moglie ma si dichiara donna per salvarsi dalla galera

Carlo Nicolato
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In Spagna, a Siviglia, una donna ha subìto per più di un decennio violenze fisiche da parte del marito. Una storia che sembrava aver avuto lieta conclusione nel settembre dello scorso anno con la detenzione dello stesso marito, se non fosse che l’avvocato ha scoperto prima della sentenza che l’uomo aveva nel frattempo cambiato sesso.

Sfruttando quella che in Spagna è conosciuta como la ley trans, che il governo socialista sfoggia come fiore all’occhiello, il signore in questione aveva volontariamente optato per “diventare donna”, senza alcun trattamento ormonale, operazione o certificato medico, così come prevede la stessa norma. Il fine ovviamente era quello di cercare di complicare il corso della giustizia nel tentativo di evitare che le botte somministrate alla moglie fossero trattate come violenze di genere, il che prevede un pesante aggravio di pena. Il caso segue un altro simile accaduto nei Paesi Baschi in cui un agente della polizia che ha tentato di aggredire la moglie con un coltello e ha minacciato le due figlie, aveva precedentemente cambiato sesso all'anagrafe.

 

 

 

La Spagna si è sempre vantata di essere all’avanguardia sul tema della difesa dei diritti di genere e probabilmente lo è. Ma mentre la ley de violencia de genero varata nel 2004 dal socialista Zapatero, in realtà sviluppata in gran parte dal precedente governo popolare retto da Aznar, si basava su dati scientificamente inconfutabili- l’esistenza di due sessi, nessuna distinzione tra sesso e genere e le statistiche di continue e reiterate violenze di uomini su donne -, la ley trans varata dal governo Sanchez nel febbraio dello scorso anno si basa su teorie astratte, quelle secondo cui i generi sessuali sono fluidi con infinite sfumature fisiche e psicologiche.

Secondo questa legge basta la semplice volontà, o capriccio, per un cambio di sesso ufficiale e registrato all’anagrafe. Insomma, una pura questione ideologica che cozza inevitabilmente contro quella insindacabile della realtà dei fatti. Nei due casi spagnoli la ley trans rischia di prevalere sulla ley de violencia de genero perché l’ideologia è di per sé malleabile, può essere trasformata a seconda delle covenienze e adattata ai propri bisogni e alla realtà. È quello che hanno fatto i due imputati di cui sopra utilizzando le pieghe di una legge basata su presupposti discutibili, quello che non dovrebbe mai essere una legge in un Paese democratico e civile.

Casi di tale fattispecie si ripetono costantemente nel mondo da che tale ideologia è stata variamente istituzionalizzata. Quello probabilmente più noto è accaduto un paio di anni fa in Scozia, dove una donna transgender è stata giudicata colpevole di aver stuprato due donne in aggressioni compiute prima che cambiasse genere. Assegnata prima a un carcere femminile il governo scozzese ha poi cambiato idea e l’ha rinchiusa in un penitenziario maschile, in una sorta di cortocircuito che contraddice le leggi assurde che lo stesso sistema produce e applica. Il caso fu l'inizio della fine del governo retto dalla Sturgeon, appassionata sostenitrice di una legge simile a quella spagnola.

Ma a Siviglia si narra anche della vicenda esemplare del soldato Francisco Javier L. G., un energumeno di quasi due metri di altezza che non ha cambiato nulla di sé - né il nome, né il modo di vestire, né si è mai tagliato la barba che porta con orgoglio-, il quale dopo il cambio di sesso all’anagrafe si è lamentato di non poter utilizzare lo spogliatoglio femminile della caserma. Francisco Javier L. G., di cui si conosce tutto salvo il cognome, non ha nemmeno cambiato i gusti sessuali, dice che continuano a piacerle le donne e di considerarsi di conseguenza una lesbica.

L’esercito spagnolo, anziché metterlo in punizione per essersi fatto gioco dei superiori o congedarlo per manifesta imbecillità, gli ha concesso l’utilizzo degli spazi degli ufficiali nei quali viene dichiaratamente trattato con "rigore, integrazione e affetto", senza alcuna discriminazione dovuta alla sua condizione. Francisco Javier L. G. in realtà è un eroe, forse involontario, perché ha messo pienamente a nudo tutte le contraddizioni di una legge e di una ideologia assurda.

 

 

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