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Sudzha, la più terrificante delle stragi: 7mila morti. Kursk, cosa sta succedendo

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Almeno 7.000 i soldati ucraini che hanno perso la vita a Kursk, nel solo distretto di Sudzha, da quando è iniziata l'incursione nella regione il 6 agosto scorso. A dirlo alla Tass è stato il maggiore generale Apty Alaudinov, vice capo del Dipartimento politico-militare principale delle forze armate russe e comandante dell'unità commando delle forze speciali Akhmat. "Dall'inizio di questa operazione a Kursk, si stima che l'avversario abbia perso circa 7.000 soldati nella sola nostra zona di responsabilità", ha rivelato. 

Intanto, il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che nel periodo delle operazioni di combattimento nell'area di Kursk, il nemico avrebbe perso oltre 12.200 uomini. Poi ha riferito che nella notte i sistemi di difesa aerea russi avrebbero abbattuto cinque droni sulle regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk. 

Proprio nelle scorse ore è iniziato il contrattacco russo a Kursk. Un'operazione che ha colto di sorpresa le forze di Kiev. Secondo la versione del comandante delle forze speciali cecene, "dieci insediamenti sono stati liberati finora". E la situazione al fronte è stata confermata non solo dai più importanti blogger militari russi, ma anche da alcuni siti ucraini. Da Kiev, in particolare, starebbero arrivando voci preoccupate su una situazione particolarmente difficile.

Ieri, mercoledì 11 settembre, il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri britannico David Lammy sono andati a Kiev per discutere il possibile uso di missili americani Atacms e britannici Storm Shadow per colpire in profondità il territorio russo. "È importante togliere tutte le restrizioni sull'uso di armi americane e britanniche contro legittimi obiettivi militari in Russia", ha affermato in una conferenza stampa congiunta il ministro degli Esteri ucraino, Andriy Sybiha.

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