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Centro migranti in Albania, i giornalisti di sinistra scandalizzati dal crocifisso

Francesco Storace
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A Torino un virus si è impossessato dei migliori cervelli della città. Com’è noto, essi albergano presso la sede del quotidiano della sinistra snob, La Stampa, che ha come missione la distruzione di ogni pensiero e azione “delle destre”. E così accade anche per i centri aperti in Albania per i migranti soccorsi in mare e lì trasportati. L’inviato Niccolò Zancan c’è andato, ha scattato un po’ di fotografie utili allo scopo – le altre le ha scartate – ed è uscito una specie di scandalo per un crocifisso. Già, non bastavano quelli, che so, nelle aule scolastiche o persino in quelle consiliari degli enti locali, negli uffici pubblici o in qualche ospedale; il Cpr in Albania non dovrebbe “esibire” il crocifisso, sennò arriva la spada di Mattia Feltri a fare un bel po’ di confusione, distratto dalle immagini arrivate da aldilà del mare.

Siccome a La Stampa hanno già deciso che l’iniziativa del governo deve essere un flop a prescindere, serviva un tocco di sinistrismo per parlarne male. Per fortuna (loro) hanno individuato quel simbolo religioso, che ovviamente è all’ingresso della cappella in cui nessuno sarà costretto a recarsi per pregare. No, nemmeno lì, probabilmente dovrebbe stare per non turbare – è il retropensiero non esplicitato – gli ospiti della struttura che nemmeno dovranno ringraziare il buon Dio per essersi salvati dalle acque. Non c’è dubbio che saranno aperte anche opportunità per i migranti devoti di altre confessioni religiose; in quel caso La Stampa si spingerà a riqualificare il Cpr come modello di integrazione? La vediamo difficile, perché se ci ha messo le mani il governo di centrodestra non si può perdonare così facilmente l’impresa. È sufficiente la titolaglia, quell’ “immagine e somiglianza” che assomiglia a una bestemmia pronunciata sottovoce, tanto per non fare rumore. Ma resta invece pesante l’attacco a un simbolo di fede, che per quel giornale va evidentemente riposto negli archivi dei cattivi pensieri.

Affermare il dubbio che Dio non abbia creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma che ci sia una specie di scimmiottatura con l’uomo che in realtà crea Dio simile a se stesso è davvero qualcosa che non si può né leggere né sentire. Ci potrebbero essere modalità più civili per esprimere dissenso – e altre volte Mattia Feltri non si è risparmiato in questo – ma quella scelta per contestare il centro è davvero deplorevole. In fondo, sotto quella Croce si prega. E che male fa alla redazione de La Stampa se c’è ancora qualcuno che si ostina a farlo? Anche nei giornaloni dovrebbe esserci senso della misura e magari rispetto per chi ha fede e a cui capita di leggere anche il quotidiano di Torino. In questo caso non si potrà rispondere che non ha acquistato il Vangelo, perché – anche questo grazie a Dio – lo si ascolta ogni domenica in Chiesa. E se si potesse fare Messa anche in quei centri nessuno dovrebbe menare scandalo. Ah, il motivo per cui La Stampa si indigna è perché quel crocifisso è in mezzo a “reclusi e sofferenti”, dicono e non sta bene. Non sanno, nessuno glielo ha ancora spiegato, che proprio lì è il luogo dove sta meglio, per rifiutare la rassegnazione, cercare il conforto e vivere con speranza e preghiera per un futuro migliore. Mandate un sacerdote in redazione, se non altro due parole serene spiegheranno a quei presunti maestri di vita che cosa vuol dire rispettare chi crede.

 

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