A 80 anni dalla fine della Seconda, la terza guerra mondiale a pezzi di cui parlava Papa Francesco è ormai realtà. Se infatti la Seconda è figlia della Prima, tutti i maggiori conflitti in corso e in divenire quello tra Ucraina e Russia, quello tra Israele e Hamas, quello tra India e Pakistan e quello potenziale tra Cina e Taiwan - sono figli delle suddivisioni decise con il righello sulla mappa dopo la fine di entrambe e di fatto ne sono una continuazione periferica. L’Ucraina nasce nel 1918 come Stato indipendente dal caos della rivoluzione russa innescata dalla Grande Guerra, salvo poi tornare sotto dominio sovietico tre anni più tardi. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu conquistata dalla Germania hitleriana e in parte collaborò con essa contro Mosca, motivo per cui Vladimir Putin ancora oggi sostiene propagandisticamente che la guerra in atto, chiamata significativamente “operazione militare speciale”, ha come obiettivo quello di far piazza pulita dei nazisti di Kiev. Anche la commemorazione che si terrà a Mosca domani ha lo scopo di ricordare il valore morale della vittoria nella guerra di 80 anni fa di cui quella nelle regioni dell’est dell’Ucraina è una sorta di continuazione. Per non parlare della questione della Nato, nata appunto dopo il conflitto a difesa del blocco occidentale. La vicenda di Israele è ancora più complessa e non vogliamo addentrarci in ragioni e torti di cui si discute quotidianamente, ma è un dato di fatto inoppugnabile che gli scontri tra ebrei e popolazioni palestinesi locali abbiano avuto origine dalle ripartizioni attuate dalla Gran Bretagna che entrò in possesso dell’area dopo la Prima Guerra Mondiale e da quelle ancora peggio congegnate dalle Nazioni Unite dopo la Seconda.
Anche il conflitto tra Pakistan e India per il Kashmir ha origine dopo la Seconda Guerra Mondiale e anche in questo caso c’è di mezzo Londra che aveva colonizzato entrambi i Paesi dalla metà dell’Ottocento fino a concedere loro l’indipendenza nel 1947 senza troppo preoccuparsi delle conseguenze nella zona contesa. L’attuale Repubblica cinese di Taiwan invece nasce dalla fine del dominio giapponese dopo la sconfitta bellica e quindi dallo scontro tra Cina comunista e Kuomintang che ne seguì. Insomma alcuni dei nodi più spinosi delle grandi guerre del Novecento stanno ora venendo al pettine tutti insieme e se è vero che si tratta di rese dei conti locali è anche evidente che dietro ci sono logiche e interessi molto più grandi e che di conseguenza la situazione potrebbe degenerare trasformandosi in una devastante guerra mondiale. I segnali sono quotidiani. I falchi di Mosca non si sono fatti problemi a minacciare più volte le capitali europee con i loro supermissili balistici e testate più o meno nucleari. Nonostante i tentativi di negoziati di Donald Trump, ieri stesso la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, rivolgendosi al Parlamento europeo, ha detto che la pace tra Mosca e Kiev è possibile solo alle condizioni di quest’ultima e che l’integrità territoriale dell’Ucraina non è in discussione. Questo nella realtà può avere un solo significato, guerra ad oltranza fino alla sconfitta totale dell’uno o dell’altro Paese, con la differenza che quella russa può avvenire solo se Nato e potenze occidentali entrano direttamente in gioco.
Boldrini in tilt sulla Meloni: "Faccia qualcosa per la guerra India-Pakistan"
Laura Boldrini usa anche l'attacco dell'India sul Pakistan per criticare Giorgia Meloni. "La notizia dei bo...
Guerra mondiale all’orizzonte dunque e l’Europa si riarma, come negli anni Trenta, come all’inizio del secolo scorso. Si riarma anche e soprattutto la Germania e non è un bel segnale, perché storicamente quando lo ha fatto non è mai finita bene. Tanto più che contemporaneamente crescono i consensi a un partito considerato e ora ufficialmente marchiato come movimento di estrema destra con evidenti simpatie naziste. Il tutto in un drammatico calderone in cui perfino il vecchio Joe Biden torna a parlare e lo fa da uccello del malaugurio. I tentativi di pacificazione di Trump sono per lui «una moderna forma di appeasement», proprio come alla Conferenza di Monaco del 1938. «Chiunque pensi che Putin si accontenterà è semplicemente uno sciocco», ha detto l’ex presidente americano, aggiungendo di non capire come si possa pensare che «dando a un delinquente ciò che vuole, lo si plachi». È la Terza Guerra Mondiale a pezzi che tutti temono possa prima o poi fondersi in un unico grande catastrofico conflitto, ma pochi fanno qualcosa perché ciò non si realizzi. «Quando impareremo dalla storia che le vie della violenza, dell’oppressione e dell’ambizione sfrenata di conquistare terre non giovano al bene comune?», si chiese il defunto Pontefice in proposito, «Quando impareremo che investire nel benessere delle persone è sempre meglio che spendere risorse nella costruzione di armi letali? Quando impareremo che le questioni sociali, economiche e di sicurezza sono tutte collegate?».