L’ormai inflazionato meme di Donald Trump travestito da Pontefice ha in realtà in sé un lato simbolico estremamente significativo: il presidente del Paese più potente che vorrebbe essere il capo dello Stato più piccolo in assoluto mala cui autorità morale supera quella di chiunque altro al mondo. Da questa elementare contraddizione si capisce anche l’importanza diplomatica della Santa Sede le cui relazioni si intersecano inevitabilmente con i principali attori mondiali e le relative crisi.
Le relazioni tra Vaticano e Washington sono sempre state buone, anche se la Casa Bianca riconobbe ufficialmente la Santa Sede solo all’inizio del 1984, ma è ovvio che molto dipende dalle personalità in campo. Robert Prevost è un diplomatico e gioca in casa ma dovrà vedersela con il presidente Trump che non è certo un interlocutore facile come dimostrano le relazioni gelide intercorse da Bergoglio e il medesimo dall’inizio del suo primo mandato. Il tycoon tuttavia ha perorato la causa dei cardinali americani e ieri ha confermato l’entusiasmo: «È un grande onore sapere che è il primo Papa americano», ha commentato, «che emozione, e che grande onore per il nostro Paese. Non vedo l’ora di incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo!».
Prevost, l'agostiniano Usa e quelle ombre sui preti pedofili
«Il meno americano tra gli americani» è il cardinale Robert Francis Prevost, vescovo di Chiclayo in P...Diversi i temi controversi, prima di tutto l’immigrazione, sul quale Prevost ha duramente criticato la politica di Trump durante il primo mandato. Ma sono altrettanto importanti i punti di contatto che il nuovo Pontefice potrebbe trovare nell’amministrazione americana, come la ricerca della pace in Ucraina, la propensione al negoziato anziché lo scontro, vedi Iran, l’avversione all’aborto e il vicepresidente cattolico J.D. Vance, anche se tutti si sono già premurati a rimarcare le critiche di Prevost a quest’ultimo.
Negli ultimi mesi di vita Bergoglio non ha avuto la forza di allinearsi ai tentativi messi in atto da Trump per cercare di fermare la strage in Ucraina, ma il Vaticano si era mosso prima di lui contro tutto e tutti.
Papa Francesco aveva mandato in missione a Mosca e a Kiev il cardinale Zuppi per cercare insomma una pace in cui attualmente solo il presidente americano e la Santa Sede credono. La reazione alla fumata bianca del presidente ucraino Zelensky è incentrata proprio su questo punto, nella speranza «del continuo sostegno morale e spirituale del Vaticano nel lavoro dell’Ucraina per ripristinare la giustizia e avere una pace duratura». «Sono fiducioso che il dialogo costruttivo e la cooperazione instaurati tra Russia e Vaticano continueranno a svilupparsi sulla base dei valori cristiani che ci uniscono», ha invece affermato Putin da Mosca dove ieri si trovava in visita il presidente cinese Xi Jinping che ovviamente ha evitato commenti. Dal 1952 infatti, da quando il nunzio apostolico fu espulso da Pechino, non esiste alcuna rappresentanza diplomatica della Santa Sede in Cina, ma il Vaticano riconosce al contrario il governo di Taiwan. Ciò non toglie che Santa Sede e Cina comunista abbiano sempre mantenuto rapporti e con Papa Francesco queste relazioni si siano intensificate, specie sulla questione più spinosa che riguarda la nomina dei vescovi.
L’accordo che riconosce al Papa l’ultima parola sulla nomina dei vescovi è stato prorogato l’ultima volta nel 2024, ma la Cina ha continuato a fare quello che vuole, come dimostra il fatto che solo una settimana dopo la morte di Francesco le autorità cinesi hanno annunciato la nomina di due vescovi ausiliari. Messaggi incoraggianti arrivano invece da tutti gli altri leader, da Macron che spera in un pontificato di «pace e speranza» a Merz che considera come il nuovo Pontefice dia «speranza e guida a milioni di credenti in questi tempi difficili» a Starmer che sottolinea il «momento di profonda gioia per i cattolici nel Regno Unito». E ovviamente tutti i leader si dicono pronti «a collaborare strettamente con la Santa Sede per affrontare le sfide globali e coltivare uno spirito di solidarietà, rispetto e gentilezza».