Forti esplosioni sono state segnalate nei pressi del sito nucleare di Fordow, uno degli obiettivi militari dei raid israeliani in Iran. Dopo il primo bombardamento di venerdì nessun danno è stato subito dall'impianto di arricchimento dell'uranio, così come non avrebbe avuto conseguenze negative per la stabilità della centrale la scossa sismica di magnitudo 2.5 che l'ha fatta tremare la notte scorsa, dopo un altro attacco nemico.
Fordow è stata costruita come un fortino sotto una montagna, a 35 chilometri dalla città di Qom, e anche per questo motivo la coincidenza del sisma con l'offensiva israeliana ha alimentato sui media le ipotesi secondo cui il tremore avvertito fosse collegato all'attacco. Le immagini dallo spazio sembrano mostrare soltanto il crollo di un muro di contenimento sul fianco della montagna, lungo una strada che costeggia il confine del sito nucleare segreto.
Una montagna che in Iran viene considerata "sacra", un enorme bunker tra il naturale e l'artificiale, che custodisce le gigantesche centrifughe necessarie per arricchire l'uranio e arrivar, così, alla realizzazione della bomba atomica che cambierebbe per sempre lo scenario geopolitico, non solo in Medio Oriente. Perché un regime che vuole da sempre cancellare dalla faccia della terra "lo Stato sionista", per dirla con le parole del ministro della Difesa italiano Guido Crosetto al Corriere della Sera, "non aspetterebbe un'ora a usarla contro Israele" una volta messa a punto.

La Repubblica islamica, ricorda sempre il Corsera, ha fatto lezione degli attacchi israeliani alla centrale nucleare irachena di Osirak e ha capito che per sviluppare un piano atomico avrebbe dovuto dotarsi dei migliori sistemi difensivi. "Da qui - si legge - il piano di strutture nel sottosuolo, in grado di incassare colpi, come Fordow e più di recente a Kolan Gaz, a sud di Natanz".
Il laboratorio è stato costruito dal 2006, il regime ne ha confermato l'esistenza solo nel 2009. Un alone di mistero che ha sempre caratterizzato questa costruzione, anche perché costruita in una zona "caldissima" per il Paese. "Secondo alcuni c’è anche un risvolto simbolico: la regione di Fordow ha avuto un’alta percentuale di «martiri» nel conflitto con le truppe di Saddam Hussein e non è molto distante dalla città santa di Qom, faro della religione sciita".
Earthquake in Iran: Israeli Air Force strikes underground Fordow nuclear facility
— Peacemaker (@peacemaket71) June 16, 2025
▪️An earthquake measuring 2.5 on the Richter scale has been recorded near Qom. No official data is available yet.
▪️The Israeli Air Force has launched a new wave of airstrikes.
➖ “The IDF is… pic.twitter.com/sZE9ntZ1hm
Dal punto di vista logistico, un rapporto del RUSI britannico stima che gli equipaggiamenti "siano a una profondità di 90-100 metri, un livello sufficiente per resistere a uno strike da parte israeliana". Per questo, suggeriva Cecilia Sala su La Stampa, "per distruggere le centrifughe per l'arricchimento dell'uranio" nascoste così in profondità "servirebbero le bombe da 14 tonnellate che soltanto gli americani hanno a disposizione".
Tuttavia gli analisti hanno avanzato un'altra ipotesi: "Mesi fa, una ricostruzione apparsa sul New York Times dedicata ai piani dell’Idf non escludeva un intervento di forze speciali dopo uno strike, un’alternativa per sopperire alla mancanza di bombe sufficientemente potenti. E un’azione delle truppe d’élite israeliane in Siria, a marzo, con l’incursione nella fabbrica di missili sotterranea di Maysaf è stata interpretata da alcuni anche come una prova pensando all’Iran".