Pedro Sanchez e il Pd, il retroscena: ecco cosa li lega

di Carlo Nicolatosabato 21 giugno 2025
Pedro Sanchez e il Pd, il retroscena: ecco cosa li lega
3' di lettura

Di lui si dice sia l’unico leader di sinistra rimasto in Europa e per molti che si professano tali, anche il migliore, un esempio da emulare. Per le Schlein di turno è facile applaudirlo quando lancia l’allarme fascismo o quando dice che faciliterà la regolarizzazione di un milione e mezzo di immigrati, per non parlare di quando stanzia (per finta) un fondo anti-dazi da 14 milioni di euro. Ma i problemi iniziano a sorgere quando dagli slogan il premier spagnolo Pedro Sanchez passa ai fatti e si mette di traverso sul 5% del Pil alla Nato, avanzando proposte che gli altri membri dell’alleanza definiscono «irricevibili». Oppure quando appare in tivù a dar conto dell’ennesimo scandalo che ha coinvolto il suo governo, il suo partito e perfino sua moglie.

In ordine di tempo l’ultimo è proprio quello relativo al numero tre del Psoe, Santos Cerdan, accusato del più classico reato di corruzione, ovvero di aver intascato tangenti in cambio di appalti nei lavori pubblici, per il quale Sanchez la settimana scorsa ha chiesto personalmente scusa ai cittadini spagnoli sostenendo che lui non ne sapeva niente. Una giustificazione che lascia il tempo che trova dal momento che il caso Cerdan è collegato a quello dell’ex ministro dei trasporti Josè Luis Abalos e del suo collaboratore Koldo García Izaguirre, a sua volta collegato al Delcygate e soprattutto a quello della moglie Begoña, accusata di aver firmato lettere di raccomandazione per aziende che hanno ricevuto aiuti o contratti statali.

Eurovision 2025, vergogna-Sanchez: "Israele non dovrebbe partecipare"

Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto l’espulsione di Israele dall’Eurovision ricordando che anche la...

Un po’ difficile sostenere dunque che lui, Sanchez, non ne sapesse nulla, come se fosse il premier di un altro Paese, il segretario di un altro partito e il marito di un’altra moglie. Ma anche ammettendo che fosse all’oscuro di tutto (e questo di per sé sarebbe già un buon motivo per dubitare delle sue capacità), di mezzo ci sono responsabilità politiche enormi che hanno spinto opposizione e alleati di governo a chiederne conto. Cerdan infatti è il principale responsabile dei negoziati con gli indipendentisti catalani, è l’artefice del patto del 2023 su cui si fonda l’esistenza stessa dell’ultimo governo Sanchez. «Non avremmo dovuto fidarci di lui», ha detto il premier sfiduciando il dimissionario Cerdan e di fatto il suo stesso governo. Sanchez però stavolta esclude dimissioni ed elezioni anticipate, una tattica che gli aveva portato fortuna due volte nella sua carriera. La prima nel 2019 dopo aver vinto una mozione di sfiducia contro il governo Rajoy e aver ricevuto di conseguenza le chiavi del governo senza avere una maggioranza.

Quelle elezioni Sanchez le vinse ma fu costretto a tornare alle urne in quanto non riuscì a formare un governo. La successiva tornata elettorale non andò tanto meglio, ma stavolta riuscì a formare un governo con due seggi di scarto. Anche l’attuale governo è nato dal voto anticipato indetto a sorpresa nel 2023 e dal soccorso degli indipendentisti catalani e baschi al quale il premier socialista ha promesso in cambio amnistie e referendum.

Qualcuno si aspettava che ricorresse ancora, per la terza volta, allo stesso gioco di prestigio che in un modo o nell’altro gli aveva permesso di governare per 7 anni di fila, ma deve ricredersi. Fedele al suo Manual de Resistencia- la trascurabile opera letteraria in cui nel 2019 ha raccontato di come per 20 anni tra un ripescaggio e l’altro è passato dal Consiglio comunale di Madrid alla Moncloa riuscendo a rimanere a galla tra mille avversità - il premier spagnolo ha deciso di tener duro e di non sfidare la sorte. Il motivo è semplice, mai infatti i sondaggi lo avevano dato così in basso, con un indice di gradimento sotto il 26% al confronto del quale quello di Trump del 41% è una sorta di plebiscito.

Spagna, terremoto-corruzione: Sanchez trema, chi finisce nei guai

Terremoto nella politica spagnola per un caso di presunta corruzione. Coinvolto il Partito Socialista (Psoe) del premier...

ti potrebbero interessare

altri articoli di Esteri