I mercati finanziari globali mostrano una sorprendente resilienza nonostante le recenti tensioni geopolitiche. Wall Street, Francoforte e l’Eurostoxx sono vicini ai loro massimi storici, mentre sei indici mondiali, incluso quello israeliano, hanno raggiunto nuovi record.
Il prezzo del greggio (Brent e Wti) è sceso sotto i 70 dollari al barile, nonostante i recenti bombardamenti americani in Iran, segno che i mercati non temono un’escalation in Medio Oriente. Gli investitori sembrano aver acquisito una certa apatia dopo mesi di volatilità, come il crollo di Wall Street (-10 mila miliardi) seguito all’annuncio di Trump di dazi globali, che aveva colpito anche Asia ed Europa, con Milano in calo del 6,5%.
Capezzone, "il doppio dividendo di Trump". E occhio all'intervistona di Conte
Torna dopo una giornata di pausa tecnica "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettis...Due fattori spiegano questa calma. Primo, si scommette che il conflitto mediorientale non si intensificherà: la risposta contenuta dell’Iran e l’annuncio di Trump di un cessate il fuoco suggeriscono una tregua duratura, riducendo l’impatto sull’economia globale. Secondo, gli investitori credono che gli Stati Uniti eviteranno dazi su partner chiave come UE e Cina, considerando le minacce della Casa Bianca un bluff. Inoltre, l’atteso taglio dei tassi della Federal Reserve e l’impatto minimo dei prezzi dell’energia (0,2% sul Pil europeo, +0,4% sull’inflazione) rafforzano l’ottimismo. Dopo anni di crisi, guerre e choc economici, i mercati sembrano aver imparato a gestire l’incertezza senza panico. Un chiaro segnale per i catastrofisti che stanno nel campo progressista.