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La Chiesa: Charlie Kirk è martire. Trump e Vance al funerale

In Arizona misure di sicurezza come al Superbowl per evitare attentati nello stadio Il prefetto delle Cause dei Santi, Semeraro: "Non importa se era cattolico"
di Andrea Morigidomenica 21 settembre 2025
La Chiesa: Charlie Kirk è martire. Trump e Vance al funerale

(Ansa)

3' di lettura

Ai funerali di Charles James Kirk, che si celebrano oggi allo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, si va a pregare. Nona fare tifo da curva. Ad amare Dio e il prossimo. Non a dissotterrare l’ascia di guerra. La vedova Erika ha indicato l’unica arma del rosario.

Dal 10 settembre, quando il 31enne fondatore dell’organizzazione Turning Point Usa è stato ucciso a colpi di fucile mentre parlava con gli studenti della Utah Valley University, non si è verificato un singolo atto di violenza.

Se no, quelle 73mila persone, quante ne può contenere l’impianto sportivo, perderebbero solo tempo. Si attendono almeno altri 25mila partecipanti alle esequie, da sistemare all’esterno con maxischermi e impianti acustici.

Andranno ad ascoltare cosa diranno il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti. Donald Trump e J. D. Vance, che hanno annunciato la loro presenza insieme con il capo di gabinetto della Casa Bianca Susie Wiles, al segretario di Stato Marco Rubio, ai ministri della Sanità Robert Kennedy, della Difesa Pete Hegseth, al direttore dell’intelligence Tulsi Gabbard, a Donald Trump Jr, all’anchorman Tucker Carlson e al vicecapo di gabinetto della Casa Bianca Stephen Miller, oltre a quello dell’inviato speciale americano per il sud e il centro Asia Sergio Gor.

Tutti obiettivi nel mirino, come lo fu Trump a Butler, in Pennsylvania il 13 luglio 2024. L'Fbi riferisce di migliaia di minacce arrivate dalla rete. Il Secret Service ha alzato la sicurezza a "livello 1", quello adottato per i grandi eventi. Posti di controllo in tutta l’area, centinaia di agenti federali, membri del Secret Service, cecchini appostati sugli edifici, elicotteri e droni sorvoleranno la zona. E perciò è stato attivato un servizio di sicurezza modello Super Bowl, l’evento sportivo più seguito dagli americani. È già stato arrestato un uomo, entrato armato nella struttura tentando di spacciarsi per un rappresentante delle forze dell’ordine. Secondo una fonte federale citata da Fox News, l’uomo è «un ex vice sceriffo dell’Idaho che ha usato un tesserino scaduto per identificarsi».

Non si può escludere che qualche emulo di Tyler Robinson, il 22enne accusato dell’omicidio di Kirk, voglia entrare in azione. E attribuire il clima di scontro ideologico all’opera di pazzi o lupi solitari, per evitare di evocare l’esistenza di forze ostili al cristianesimo professato da Charlie, non risolverà il problema. Il conflitto c’è. È nella disumanizzazione del confronto.

Lo nega solo chi lo ha scatenato. Al cardinale statunitense Raymond Leo Burke non sfugge che sia la sparatoria alla chiesa dell’Annunciazione a Minneapolis il 27 agosto scorso, che ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre 20, sia l’assassinio di Kirk sono «atti completamente malvagi» e «opere manifeste di satana». Il porporato, parlando a Catholics for Catholics richiama se stesso e i suoi connazionali a «svegliarci», tornando «alle fondamenta che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo: il rispetto perla dignità della vita umana, l’integrità del matrimonio e della famiglia e per il culto a Dio».
Proprio «ciò che è sotto attacco nella nostra nazione», osserva Burke.

Non ha dubbi l’arcivescovo cattolico di New York, il cardinale Timothy Dolan: il sacrificio di quel «san Paolo moderno» che intravvede in Kirk sarà l’inizio di un «ritorno della fede nello spazio pubblico, proprio dove i nostri fondatori vollero che fosse».

Sulle circostanze del martirio, c’è ancora da indagare «se sono motivazioni di fede» anticipa a Libero il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Non sarebbe di ostacolo comunque «che non fosse cattolico», perché «nel caso di “nuovi martiri e testimoni della fede” non è rilevante. Ciò che conta è la causa della uccisione».

Il battesimo di sangue c’è stato, secondo quanto il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, già prefetto della Congregazione della dottrina della fede, ha suggerito alla giornalista Diane Montagna: «Da una prospettiva soprannaturale», non si tratta della «vittima di un assassinio politico», ma di «un martire per Gesù Cristo», perché «ha reso testimonianza (dal greco martyros attraverso la sua vita». E che Charlie desiderasse anche entrare nella Chiesa, è un’altra ipotesi che va facendosi strada, dopo le parole del vescovo di Fresno, in California, monsignor Jospeh Brennan, al quale Kirk aveva detto di frequentare la messa e di essere «molto vicino» al cattolicesimo. Sufficiente per acclamarlo “santo subito”.

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