Polonia e Paesi baltici sarebbero i principali responsabili dell’attuale tensione dell'Occidente con la Russia: ne è convinta l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel, che ne ha parlato in un'intervista al portale ungherese Partizán a margine della presentazione della sua autobiografia Freiheit (“Libertà”) durante una visita a Budapest. Secondo lei, Varsavia e le Capitali baltiche avrebbero impedito a Unione europea e Mosca di dialogare in un modo nuovo e non violento.
“A giugno 2021 ho capito che Putin non prendeva più sul serio gli accordi di Minsk (firmati nel 2014 e nel 2015, dopo l’annessione della Crimea per fermare la guerra nel Donbass) - ha detto la Merkel -. Per questo, insieme a Macron volevo un nuovo meccanismo per parlare direttamente con lui come Ue. Ma alcuni non lo hanno sostenuto, in particolare i Baltici, ma anche la Polonia era contraria, temendo che non avremmo avuto una politica comune verso la Russia". Poi, senza nascondere una certa delusione, ha aggiunto: “Non possiamo dire oggi che cosa sarebbe successo se si fosse fatto". In ogni caso, poco dopo quel tentativo, la Merkel lasciò la cancelleria tedesca e la Russia cominciò ad attaccare l'Ucraina.
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L’economia tedesca ristagna, le casse dello Stato traballano, il sistema pensionistico rischia di andare in tilt, ...Le parole dell'ex cancelliera hanno suscitato reazioni negative sia in Polonia che nei Paesi baltici. "Con la sua intervista irriflessiva, Merkel ha dimostrato di essere una delle politiche tedesche che hanno fatto più danni all ’Europa nell’ultimo secolo", ha scritto l'ex premier polacco Morawiecki su X. Mentre il presidente della Commissione estera del Parlamento estone, Marko Mihkelson, l’ha accusata di “dare la colpa a chi da anni metteva in guardia sull’aggressione russa”.