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Palestinese preso negli Usa : è uno dei killer del 7 ottobre

di Amedeo Ardenzadomenica 19 ottobre 2025
Palestinese preso negli Usa : è uno dei killer del 7 ottobre

3' di lettura

 Hamas a Gaza, in Europa e adesso anche negli Stati Uniti: la procura federale presso la Corte distrettuale della Louisiana occidentale ha fatto arrestare il 33enne Mahmoud Amin Ya'qub al-Muhtadi, residente a Lafayette, accusandolo di aver dapprima partecipato al massacro del 7 ottobre del 2023 nel sud d’Israele, quindi di essere immigrato negli Stati Uniti con una procedura fraudolenta, ossia dichiarando il falso al momento di richiedere il visto. La Cbs ha ricostruito gli ultimi mesi di vita del presunto terrorista citando documenti in mano agli investigatori. Alle 10:01 del mattino del “sabato nero” di Israele, il telefono di al-Muhtadi è “agganciato” a una centralina nei pressi del kibbutz Kfar Aza, vicinissimo all’enclave palestinese. Quel giorno 250 tagliagole di Hamas devastano il kibbutz e penetrano in molte delle case e delle stanze di sicurezze macellando 62 persone di tutte le età e sequestrandone alcune decine. Le Forze armate israeliane (Idf) impiegheranno 48 ore per riportare la calma a Kfar Aza.


Al-Muhtadi – che è accusato di essere un membro non solo di Hamas, ma anche del braccio armato del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina nonché comandante dei terroristi delle Brigate di resistenza nazionale (Nrb) unitesi a Hamas nel giorno del pogrom – è stato anche intercettato in più conversazioni in cui impartiva ordini sullo spostamento di uomini e armi in Israele. Secondo i documenti del tribunale, l’oggi 33enne ha anche inviato messaggi chiedendo munizioni e un giubbotto antiproiettile per un altro terrorista.

«Le prove mostrano che la mattina del 7 ottobre 2023, Al-Muhtadi ha appreso dell’invasione di Hamas, si è armato, ha radunato altri e ha attraversato Israele con l’intenzione di assistere all'attacco terroristico di Hamas», si legge nell’atto di accusa, riferisce la Cbs. E alcune immagini diffuse ieri dall’Fbi mostrano l’uomo mentre posa con diversi fucili indossando un equipaggiamento tattico.
Al-Muhtadi esce dai radar per alcuni mesi salvo riapparire a giugno 2024 quando chiede un visto per gli Stati Uniti. Nella domanda, dichiara di non essere associato ad alcuna organizzazione terroristica, di non avere competenze né di aver ricevuto alcuna formazione sull’uso di armi da fuoco. Il 12 settembre arriva negli Usa e si trasferisce a Tulsa, in Oklahoma. Lui stesso posterà sui social alcune foto in cui posa con una pistola nel suo appartamento di Tulsa, da dove poi si sposta verso Lafayette. Il caso di al-Muhtadi prova una volta di più come Hamas – che si qualifica come Movimento islamico di resistenza (contro gli israeliani, ndr) – altro non è che il braccio gazawi di un’organizzazione tentacolare. Perché tentacolare e internazionale è la Fratellanza Musulmana (organizzazione islamista che propugna l’islam politico) di cui Hamas è la costola palestinese. La guerra contro Israele si conferma non come un conflitto territoriale ma come un jihad, una guerra “santa” contro gli ebrei (i cristiani sono appena tollerati) del Medio Oriente: e difatti il 7 ottobre Hamas ha attaccato il territorio “storico” dello Stato ebraico partendo da Gaza, dalla quale Israele si era completamente ritirato nel 2005.

Ma la guerra di Hamas non è solo contro i sionisti: tutti gli ebrei del mondo sono un obiettivo: lo scorso 1° ottobre la polizia tedesca ha arrestato a Berlino tre presunti membri di Hamas con l'accusa di terrorismo. Secondo la procura generale federale, i tre avevano acquistato armi per colpire istituzioni ebraiche in Germania. E ancora il 14 dicembre del 2023, la polizia di Germania, Paesi Bassi e Danimarca aveva arrestato sette uomini affiliati a Hamas con la stessa accusa. Il terrorismo internazionale sarebbe poi solo uno dei metodi usati da Hamas per dominare l’Europa. Come riportato ieri da Libero, studi recenti dimostrano come il gruppo si rafforzi anche tramite le moschee e i gruppi studenteschi mentre tiene salda una rete di rapporti con alcuni paesi (Turchia, Qatar, Iran) prodighi di fondi e protezione. Sul campo, intanto, Hamas intende mantenere il controllo della sicurezza a Gaza per un periodo e non intende impegnarsi a disarmarsi. Lo ha dichiarato, in un'intervista alla Reuters, il dirigente di Hamas, Mohammed Nazzal, contraddicendo il contenuto e lo spirito degli accordi presi con Donald Trump. Resta poi aperto il nodo degli ostaggi morti: Hamas ne ha restituiti solo 10 su 28. Le ultime spoglie identificate sono quelle del 75enne Eliyahu Margalit. Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato che il valico di Rafah resti chiuso fino a nuovo avviso – tir di aiuti sì, pedoni no – aggiungendo che la riapertura dipende da come Hamas darà applicazione al piano di pace della Casa Bianca.