Ripetete con me: «Trump non va mai bene, qualunque cosa faccia». Dev’essere questo il mantra degli odiatori ossessivi del Presidente Usa: una sindrome che ormai raggiunge livelli patologici ed effetti parossistici. Per capirci, non va bene nemmeno se il tycoon si fa carico della tragedia dei cristiani perseguitati nel mondo e in particolare in Nigeria. E- rullo di tamburi- qual è il quotidiano in assoluto più freddo, direi gelido, verso l’iniziativa trumpiana? Vince questa speciale gara Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, che già in prima pagina fa capire l’aria che tira (pessima verso la Casa Bianca, mica verso i jihadisti). Titolo di apertura: «Lo sceriffo è tornato». Il sommario evoca «minacce di invasione alla Nigeria». Ma il bello arriva subito dopo: «Trump parla di lotta alla droga (ndr: qui ci si riferisce al Venezuela) e di difesa dei cristiani. Ma c’entra anche il petrolio». Nell’occhiello si spiega che l’obiettivo è «incidere sugli equilibri africani».
E non basta ancora. Già nella presentazione degli articoli, sempre in prima, il giudizio è sferzante: «I nigeriani di ogni appartenenza religiosa hanno respinto le minacce dei giorni scorsi del Presidente degli Stati Uniti di intervenire militarmente nel Paese con la motivazione ufficiale di proteggere i cristiani». Chiaro, no? Sono più affidabili tutti gli altri (speriamo siano almeno esclusi i jihadisti) rispetto alla Bestia Arancione della Casa Bianca.
Dick Cheney morto a 84 anni: vicepresidente di Bush, tratteggiò la guerra al terrorismo
L'ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney è morto a 84 anni. Lo ha comunicato la famiglia, come ripor...Ma è ancora poco rispetto a quello che troviamo a pagina 3. Qui il titolone accomuna Caracas allo stato africano: «Trump punta Venezuela e Nigeria: droga e cristiani le pistole fumanti». Avete letto bene: “pistole fumanti”. Ne deduciamo che per il quotidiano dei vescovi la protezione dei cristiani sia (a essere benevoli) un casus belli scelto da Trump e (a essere malevoli) un pretesto, un alibi, una scusa.
Il pezzo principale è costruito appaiando Caracas e Abuja come i bersagli di un’operazione di Trump orientata alle questioni energetiche (petrolio e, nel caso africano, anche gas) sia per ciò che riguarda il Venezuela sia per quanto attiene alla Nigeria. E i cristiani? Il passaggio del pezzo firmato da Elena Molinari è raggelante: «Sebbene sia innegabile che in Nigeria i cristiani siano perseguitati, anche se mai in una percentuale pari al 75% delle persecuzioni di cristiani nel mondo come sostenuto dal capo della Casa Bianca, la “pistola fumante” che Trump imputa alle autorità di Abuja ricorda il modo in cui aveva accusato le autorità di Pretoria di “persecuzione dei bianchi” accogliendo subito dopo un gruppo di afrikaner sudafricani a Washington». E così si ammette che le persecuzioni ci sono, ma si gioca sulle percentuali (se il numero fosse inferiore, le persecuzioni diventerebbero forse meno gravi?), si tratta come una specie di imbroglio la questione dei bianchi sotto attacco in Sud Africa, e si presenta l’operazione trumpiana come la ricerca di uno “schermo”.
Trump, altro che isolazionista: con Venezuela e Nigeria non smette di ridisegnare il mondo
È passato quasi un anno dal discorso della seconda vittoria di Donald Trump: a Mar-a-Lago, il 6 novembre 2024, il...E non basta ancora, perché nella metà inferiore di pagina 3 c’è un amplissimo corsivo rubricato “L’analisi” a firma di Giulio Albanese. E, per chi non avesse ancora capito, i concetti vengono ribaditi e aggravati. Pure qui l’intenzione di Trump di tutelare i cristiani «si inserisce - secondo il commentatore - in una più ampia strategia comunicativa volta a enfatizzare la persecuzione dei cristiani nell’intero continente africano». Di nuovo, averle letto bene: «Enfatizzare».
Ma occhio al passaggio successivo: «Diverse organizzazioni internazionali impegnate nel monitoraggio del conflitto interno alla Nigeria hanno però evidenziato l’assenza di evidenze che attestino un numero di vittime cristiane superiore a quello dei musulmani». Quindi, siccome i gruppi jihadisti ammazzano un po’ tutti, dobbiamo forse dedurne che il problema non si ponga? Leggiamo infatti poco più avanti, letteralmente non credendo ai nostri occhi: «L’analisi dei dati sulle vittime del terrorismo in Nigeria evidenzia come il movimento jihadista Boko Haram abbia perpetrato atrocità indiscriminate contro chiunque si opponesse alla propria ideologia, indipendentemente dall’appartenenza religiosa». Quindi, se gli ammazzamenti sono in più direzioni, allora Trump ha torto a porre la questione? Sembra pensarla così, su La Stampa, anche Domenico Quirico: «La verità è che i jihadisti ammazzano più musulmani che cristiani».
Il commento lo lasciamo ai lettori. Ma un’idea ce la siamo fatta: tra Trump e i jihadisti, l’antipatia più forte di alcuni osservatori italiani si riversa contro l’inquilino della Casa Bianca. Di più: se c’è una specie di macabra «par condicio interreligiosa» degli sgozzati e dei massacrati, allora il problema diventa paradossalmente meno grave e meno urgente. Siamo davvero arrivati a questo punto?




