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Gli scienziati iraniani prendono lezioni di nucleare dal Cremlino

Nel frattempo, ieri, il direttore dell’Agenzia Internazionale Energia Atomica, Rafael Grossi, ha esortato Teheran a consentire nuove ispezioni dei suoi siti nucleari bombardati in giugno da Israele e Usa
di Mirko Moltenigiovedì 20 novembre 2025
Gli scienziati iraniani prendono lezioni di nucleare dal Cremlino

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Mentre l’Iran si dice disposto a cessare l’arricchimento dell’uranio, un’inchiesta del Financial Times mostra la complessità della collaborazione atomica fra Iran e Russia. Ieri una portavoce del governo di Teheran, Fatemeh Mohajerani, ha detto: «L’arricchimento dell’uranio non è attualmente in corso e si sta valutando la possibilità di interromperlo del tutto. L’Organizzazione Energia Atomica dell’Iran, il Ministero degli Esteri e il Consiglio per la sicurezza nazionale si stanno consultando e prenderanno la decisione migliore». Intanto, un consigliere della Guida Suprema Alì Khamenei, il capo del Consiglio strategico Kamal Kharrazi, ha affermato che gli iraniani sono pronti a riprendere i colloqui sul nucleare con gli americani: «Devono fare la prima mossa per dimostrare di essere pronti a impegnarsi alle condizioni che poniamo. Il negoziato va basato su un piano di parità e rispetto». Ha spiegato che il nodo sarebbe «il grado d’arricchimento dell’uranio, non l’arricchimento in sé», rammentando che «l’Iran non cercherà di dotarsi di armi nucleari».

Lo scorso 18 ottobre è decaduto il trattato JCPOA del 2015 che limitava l’arricchimento dell’uranio iraniano, ma che Teheran non rispettava dal 2019 in ritorsione al ritiro dal patto degli Usa nel 2018, durante il primo mandato di Donald Trump. In tale contesto il Financial Times ha pubblicato ieri rivelazioni sugli incontri degli scienziati atomici iraniani con i russi con l’intento di ottenere tecnologie sensibili e con potenziali applicazioni per armi nucleari. Dimostrazione lampante, secondo Nicole Grajewski, ricercatrice del programma di politica nucleare presso il Carnegie Endowment for International Peace, che «la Russia sta assistendo l’Iran nella sua ricerca sulle armi nucleari, con istituzioni russe affiliate allo Stato che forniscono tecnologie a duplice uso e trasferimento di conoscenze». Visionando rapporti di intelligence, il giornale britannico ha svelato che un anno fa, dal 7 all’11 novembre 2024, alcuni fisici iraniani dell’industria Damavand-Tec si sono recati all’azienda russa Laser Systems con sede a Strelna, vicino San Pietroburgo. La ditta era stata autorizzata dal servizio segreto russo Fsb a «trattare segreti di Stato».

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Lo scopo, secondo un esperto citato dall’Ft, l’ex-analista della Cia Jim Lamson, era di «reperire tecnologia laser ed esperienze che aiutino Teheran a validare un progetto di arma nucleare senza condurre un test nucleare esplosivo». Quello di novembre sarebbe stato il secondo viaggio di quell’anno, dopo un primo, già noto, organizzato in agosto 2024 dal capo esecutivo della Damavand, Ali Kalvand. La Damavand è un’azienda legata al dipartimento iraniano Spnd, ovvero Sazman-e Pazhouheshhaye Novin-e Defa’i. È l’agenzia del Ministero della Difesa iraniano dedicata allo studio di nuove tecnologie militari, quindi anche nucleari e missilistiche. A invitare i tecnici iraniani in Russia era stato il direttore di Laser Systems, Dmitry Vasilyev.

A seguito del primo viaggio, il Dipartimento di Stato americano aveva posto sotto sanzioni la Damavand e Kalvand, poiché «si sono procurati sistemi applicabili allo sviluppo di dispositivi esplosivi nucleari da fornitori stranieri e hanno facilitato il viaggio di esperti nucleari iraniani in Russia». Ciò non ha però impedito la seconda visita degli scienziati iraniani a San Pietroburgo. Anzi, i legami si sono rafforzati nel febbraio 2025 grazie ad una trasferta a Teheran di un ricercatore della ditta russa, Andrej Savin, che ha incontrato i colleghi di Damavand-Tec. I viaggi sono stati favoriti dalla disponibilità per gli scienziati iraniani di passaporti diplomatici di copertura. Nel frattempo, ieri, il direttore dell’Agenzia Internazionale Energia Atomica, Rafael Grossi, ha esortato l’Iran a consentire nuove ispezioni dei suoi siti nucleari bombardati in giugno da Israele e Usa.

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