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Ultimatum israeliano alla nave libica "Amalthea"

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L'imbarcazione, diretta a Gaza nonostante il blocco navale, ha 24 ore di tempo per cambiare rotta. Altrimenti sarà abbordata

Roberto Amaglio
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Perentorio altolà delle forze armate israeliane alla nave libica "Amalthea", l'imbarcazione che, sfidando il blocco navale, sta trasportando due tonnellate di aiuti umanitari per la striscia di Gaza. Contattando via radio la nave della fondazione umanitaria Gheddafi salpata dalla Grecia venerdì 9 luglio, le forze israeliane hanno intimato l'equipaggio di non violare il blocco navale alla Striscia, cambiando rotta verso il porto egiziano di al Arish. Un vero e proprio ultimatum, il cui termine scade alla mezzanotte di oggi, come riferito da Mashallah Zwei, membro della Fondazione del figlio di Muammar Gheddafi Seif al-Islam, che ha noleggiato la Amalthea. "Le autorità israeliane ci hanno dato tempo fino alla mezzanotte di oggi per cambiare rotta e dirigerci verso il porto egiziano di El-Arish, altrimenti invieranno le loro navi da guerra per fermare la nostra nave e scortarla nel porto israeliano di Ashdod. Abbiamo spiegato alle autorità israeliane che la nostra destinazione d'origine era Gaza e che non siamo qui per provocare perché trasportiamo solo cibo e medicinali".

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