Non si sono fermati nemmeno dinanzi alla morte. Da quando la sua fondazione, domenica mattina, ha annunciato la triste novella, Brigitte Bardot è nel mirino di giornali e esponenti politici della sinistra francese, che invece di celebrarla per tutto quello che ha fatto per la Francia, il cinema, le donne e i diritti degli animali, hanno deciso di imbastire uno stucchevole processo post-mortem ai suoi danni.
Le accuse? Le sue simpatie di destra nella seconda parte della sua vita, la sua ostilità all’immigrazione scriteriata e all’islamizzazione rampante che hanno stravolto il volto della Francia. “Brigitte Bardot, trent’anni di simpatia per l’estrema destra”, è il titolo dell’“omaggio” del Monde all’attrice francese, un articolo imbevuto di odio ideologico e risentimento per una donna libera fino all’ultimo respiro, che non si è mai sottomessa al politicamente corretto dominante.
«CINQUE CONDANNE» «La Bardot attrice era quella del “Disprezzo”, la Bardot politica era quella dell’odio razziale» scrive il quotidiano della sinistra benpensante parigina, ricordando BB come l’attrice che «moltiplicò le dichiarazioni islamofobe», «l’unica star che ha sostenuto apertamente l’estrema destra», che «ha sposato le sue idee e un uomo, Bernard d’Ormale, consigliere di Jean-Marie Le Pen, che è rimasto suo marito fino alla fine della sua vita». Le Monde, nell’articolo, la presenta come l’attrice delle «cinque condanne per incitamento all’odio razziale», scrivendo che «la sua difesa degli animali andava di pari passo con l’islamofobia».
Ma perché fu condannata BB? Semplicemente per aver denunciato la sofferenza inflitta agli animali durante la macellazione rituale islamica, ma anche quella kosher (ebraica), che non prevedono lo stordimento preventivo. Il 15 luglio del 2021, BB e la sua fondazione ricevettero messaggi minatori di matrice islamica, ma dalla sinistra che negli anni Sessanta la considerava un’icona per le sue battaglie emancipatrici non arrivò nessuna solidarietà. Ciononostante l’attrice non si tirò indietro e ribadì la sua posizione sulla macellazione halal: «Questo martedì 20 luglio si terrà l’Eid al-Adha, festa del sacrificio islamico, mattanza e rituale abietto durante il quale centinaia di capretti verranno sgozzati ancora coscienti un po’ ovunque in Francia e contro cui mi batto violentemente da trent’anni».
Per Libération, il giornale della gauche progressista, aveva una «visione razzista della Francia» e da «musa di Saint-Tropez» si era trasformata in «portavoce della destra radicale», mentre France Info, la televisione pubblica francese, parla delle sue «dichiarazioni omofobe e islamofobe» e della sua «ammirazione per Jean-Marie Le Pen e Vladimir Putin».
Ma a suscitare indignazione è soprattutto l’Ina, l’Istituto nazionale dell’audiovisivo, ente pubblico francese, che tre ore dopo l’annuncio della sua morte ha dedicato un video a Brigitte Bardot, definendola di «estrema destra», «omofoba», «razzista». Un’utente, Clara Barenne, ha commentato con queste parole sotto il post dell’Ina: «Denunciare la macellazione rituale dove un povero animale sgozzato muore dopo 15-20 minuti, svuotandosi lentamente del suo sangue, è razzismo?». Un altro, l’economista Jean-Joseph Boillot, ha denunciato «il processo unilaterale contro Brigitte Bardot» da parte di un’agenzia finanziata dai contribuenti.
«FRANCIA ISLAMIZZATA» L’antico detto latino “De mortuis nihil nisi bonum” non è stato rispettato nemmeno dalla sinistra politica francese. Sollecitata sul suo silenzio riguardo alla scomparsa di BB, la deputata della France insoumise Sarah Legrain ha risposto: «Troppo razzista». Sulla stessa scia, la sua compagna di partito e eurodeputata Rima Hassan, che in una serie di messaggi su X ha puntato il dito contro un’attrice che «ha contribuito a diffondere il razzismo e l’islamofobia». È la stessa Francia che nel 2019 non voleva dare la Palma d’oro alla carriera a un altro mostro sacro come Alain Delon per alcune sue prese di posizione non allineate sui cosiddetti “nuovi diritti” e per le sue idee di destra. Nel 2023, in un’intervista al settimanale Valeurs Actuelles, BB disse malinconica: «Un tempo avrei detto che non volevo vivere in una Francia islamizzata. Oggi dico che non voglio morire in una Francia islamizzata!». E ancora: «È l’islam in generale, l’invasione islamista, a essere terribilmente pericoloso per l’identità e la cultura francese. È l’opposto della nostra civiltà». Fu ricoperta di insulti e accuse di islamofobia dagli stessi che in questi giorni hanno scritto articoli pieni di veleno invece di commemorare la donna più bella del Novecento, la vera “grandeur” francese.




