La Moldova accusa la Romania
"La sommossa è colpa sua"
Il parlamento di Chisnau è ancora affollato di manifestanti anticomunisti. Da ieri stanno protestando contro l'esito delle elezioni di domenica scorsa, vinte con il 50% dei voti dal partito comunista al potere. Ieri hanno dato fuoco al palazzo, e solo nella notte la polizia anti-sommossa ha ripreso il controllo, arrestando numerosi manifestanti. Oggi il presidente moldavo Vladimir Voronin ha accusato la Romania di essere coinvolta nelle violente sommosse, e ha dichiarato l'ambasciatore persona non grata, buttandolo fuori. Poi ha chiesto aiuto ai Paesi occidentali, per aiutare a riportare la calma. Ma oggi sono attese colonne di manifestanti, che convergeranno nella capitale da tutto il Paese. Negli scontri di ieri, secondo una tv locale, è morta una ragazza asfissiata dal fumo sviluppatosi nell'incendio al parlamento. Almeno altre 60 persone sono rimaste ferite, compresi numerosi agenti di polizia. In serata, dopo ore di tensione e paura per il possibile precipitare degli eventi, era giunto l'annuncio di un accordo tra governo e opposizione per un nuovo scrutinio delle schede elettorali. Accordo tuttavia smentito poco dopo dall'opposizione e dalla commissione elettorale, secondo cui per ora non vi è alcuna decisione ufficiale su un eventuale nuovo scrutinio. Il leader del partito liberaldemocratico Vlad Filat ha detto che la manifestazione contro il governo proseguirà fino a quando non verrà data una risposta dalle autorità sul riconteggio dei voti. Uno dei leader del partito comunista al potere, Mark Tkaciuk, ha parlato apertamente di «tentativo di colpo di Stato». Voronin ha aggiunto che non vi è nessuna prova di possibili brogli elettorali, e che tutte le valutazioni delle organizzazioni internazionali erano state positive. Ieri l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) aveva definito il voto in Moldova conforme alle norme internazionali, anche se aveva auspicato miglioramenti per evitare interferenze amministrative nel processo elettorale. Forte preoccupazione è stata espressa da vari Paesi. Sia Mosca che Washington hanno fatto appello a una pacifica soluzione della crisi. Anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha esortato le parti ad astenersi da ogni violenza. E mentre manifestazioni di sostegno alle proteste anticomuniste moldave si sono svolte ieri a Bucarest, la Moldova ha richiamato a Chisinau l'ambasciatore in Romania per consultazioni.