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Ursula von der Leyen si va a schiantare sui diritti Lgbt: "Punire la polonia". Non solo Ungheria: l'ultimo suicidio Ue

 Ursula Von der Leyen

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La Commissione europea passa ai fatti. Così dopo le minacce apre una procedura d'infrazione formale contro Ungheria e Polonia sui provvedimenti anti-Lgbt. Di più. La Corte di Giustizia dell'Ue ordina a Varsavia di rettificare le disposizioni vigenti affinché venga ristabilito il primato del diritto Ue su quello nazionale. Sia per la Polonia sia per l'Ungheria a questione è la discriminazione dei cittadini in base al loro orientamento sessuale. "L'uguaglianza e il rispetto della dignità e dei diritti umani - dice la Commissione - sono valori fondamentali dell'Unione europea, sanciti dall'articolo 2 del Trattato. Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per difenderli".

 

 

Nel caso dell'Ungheria, riporta La Stampa, sono due gli interventi contestati. Il primo riguarda la legge che vieta di diffondere, in presenza di minori, i contenuti che rappresentano l'omosessualità, in particolar modo nelle scuole, e il secondo riguarda la decisione di imporre a un editore l'inserimento di un disclaimer su un libro per bambini, contenente riferimenti all'omosessualità, per mettere in guardia i lettori dalle "forme di comportamento che si discostano dai ruoli di genere tradizionale". Secondo il governo di Orban l'educazione sessuale dei figli spetta ai genitori e i minori vanno protetti. Ma secondo la Commissione il provvedimento del governo è privo di argomentazioni sul motivo per cui l'esposizione ai contenuti Lgbt sarebbe dannosa per i minori.  Nel caso della Polonia, la procedura riguarda le cosiddette zone "Lgbt-free". 

 

 

Ora la Commissione chiede un cambio di passo ai due Paesi che hanno sessanta giorni di tempo per replicare alle accuse, dopodiché l'esecutivo Ue, se lo ritenesse necessario, potrà inviare un parere motivato, quindi una richiesta formale, di conformarsi al diritto dell'Unione europea. Se anche dopo questa richiesta ci fosse una inadempoenza, scatterebbe il deferimento alla Corte di Giustizia Ue. Insomma, l'Europa rischia di esplodere sui diritti Lgbt.  

 

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