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Patto Italia-Francia, cos'ha firmato davvero Draghi? Lega-Fdi, gravi sospetti sul premier: il caso può esplodere

Elisa Calessi
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È un coro quasi unanime quello che accoglie, tra le forze politiche italiane, la storica firma del trattato tra Italia e Francia. Si fa prima a partire da chi dissente. E sono essenzialmente due partiti: Fratelli d'Italia, apertamente, e Lega, meno platealmente. I più entusiasti, naturalmente, sono i partiti di fede europeista: Pd, Forza Italia, Italia Viva, Più Europa. Ma anche, segno di come siano cambiati i tempi, il M5S. «È un accordo positivo, storico, rafforzato da meccanismi che aiuteranno molto l'Europa», ha detto Vincenzo Amendola, sottosegretario agli Affari europei. «È un traguardo storico importantissimo e al tempo stesso un punto di partenza per una pista di lavoro comune insieme alla Francia», è stato il commento della vice-ministra degli Esteri, la dem Marina Sereni. «Si ricompone un nucleo fondamentale d'Europa», ha osservato Romano Prodi al Tg3, ricordando, però, che «già la Francia ha un accordo con la Germania, dobbiamo poi chiudere l'arco con la Germania stessa». In ogni caso, «è molto importante perché è generale e va in tutti i settori».

 

 

 

 

Entusiasta è Forza Italia: «Inizia una nuova collaborazione fondamentale. Per un'Italia più forte in Europa e un'Europa più forte nel mondo», scrive su Twitter Antonio Tajani, coordinatore del partito azzurro. Applaude persino quel M5S che, ai suoi albori e fasti, chiedeva di uscire dall'euro. Non solo Luigi Di Maio, che è ministro degli Esteri e sarebbe strano facesse altrimenti: «È un altro passo che muoviamo insieme in un percorso comune». Applaudono anche i parlamentari cinquestelle delle commissioni Esteri, Politiche Ue e Difesa: «La pandemia», si legge in una nota, «ha evidenziato quanto serva potenziare rapporti tra Stati basandosi su vincoli di solidarietà e di cooperazione rafforzata». Soddisfatta è Italia Viva, secondo cui «Italia e Francia da oggi sono più vicine, e questo vuol dire anche Europa più forte», come scrive su Twitter Ettore Rosato, presidente del partito. E, naturalmente, è ben felice di questa firma Più Europa: «In un quadro che vede alcuni paesi scattare verso prospettive illusorie di tipo nazionalistico e in una fase in cui i leader nazionalisti rimangono molto forti, trovo questa accelerazione verso l'integrazione europea molto positiva», ha detto il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova.

 

 

 

 

 

 

Chi dissente è Fratelli d'Italia, che esprime «perplessità sia sul metodo sia sul contenuto». Sul primo, spiega Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo Ecr- FdI al Parlamento europeo, «perché purtroppo arriva già pre-confezionato senza che ci sia stato un confronto chiaro sui contenuti». Sul contenuto, perché «sarebbe utile capire in che modo si declinerà questa cooperazione rafforzata, dagli affari esteri, alla sicurezza e difesa, allo spazio, alla cooperazione economica, industriale e digitale». E ricorda come la Francia, negli ultimi, ha acquisito molti gruppi italiani. Silenzio dai vertici della Lega. Il commento è affidato a Claudio Borghi, da sempre scettico nei confronti dell'Unione europea (a suo tempo era teorico dell'uscita dall'euro). «Con ampia riserva di esaminare anche le virgole», ha scritto su Twitter, «al netto della solita illeggibile retorica europeista più europeista, non ho per ora trovato alcune cose che temevo ci sarebbero state (Trattato di Caen in primis)». Insomma, poteva andare peggio. 

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