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Qatargate, 1,5 milioni in contanti? Ecco chi e cosa volevano pagare

 Eva Kaili

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La procura di Bruxelles ha diffuso ieri le immagini di quel milione e 537 mila euro in banconote da 200, 100, 50 e 20 euro sequestrati nel corso dell'inchiesta ormai nota come Qatargate. Di questo malloppo, 600mila euro sono stati trovati al domicilio brussellese di Antonio Panzeri, ex europarlamentare italiano; 750mila erano nella valigia del padre di Eva Kaili; 150 mila euro erano in due borsoni nell'appartamento di Kaili e Francesco Giorgi; 20 mila nell'abitazione di Giorgi ad Abbiategrasso e 17 mila nella casa di Panzeri a Calusco d'Adda.

Ma a cosa servivano tutti questi contanti? Il sospetto degli inquirenti è che servissero, riporta il Giorno, a fare "regali" agli eurodeputati. Il cash serviva forse a non lasciare tracce nel remunerare i deputati che si prestavano ai singoli favori. "Temo che ce ne saranno altri a essere coinvolti - osserva l'eurodeputata verde Hanna Neuman, presidente della delegazione del Parlamento europeo responsabile dei rapporti con la penisola arabica - del resto che cosa ci fai con un solo eurodeputato?".

 

 

Della delegazione fanno parte sia Kaili che il socialista belga Marc Tarabella, che non è tra gli arrestati, ma il suo nome sarebbe stato pronunciato da due persone, fra le quali Giorgi, durante gli interrogatori dei quattro arrestati. Tarabella nega ogni coinvolgimento ma è stato sospeso dal Partito socialista. "Secondo quanto filtra il suo coinvolgimento è relativo anche alla pista marocchina. Gli inquirenti hanno infatti scoperto che aveva visitato quel Paese nel 2013 con l'allora eurodeputato Panzeri, grande amico di Abderrahim Atmoun (all'epoca parlamentare, oggi ambasciatore) che presiedeva con lui un organismo interparlamentare Marocco-Ue. Panzeri poi è tornato in Marocco nel 2017, con Giorgi, sempre per incontrare Atmoun", si legge ancora. 

 

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