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Qatargate, Antonio Panzeri torna libero in anticipo: "Ecco a quali condizioni"

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Antonio Panzeri è fuori dal carcere. L'ex eurodeputato "è stato rilasciato sotto condizioni" dopo l'arresto avvenuto il 9 dicembre scorso. Al centro dello scandalo Qatargate che ha coinvolto il Parlamento europeo, Panzeri era agli arresti domiciliari dal 6 aprile. Il 17 gennaio aveva patteggiato una pena ridotta a un anno di reclusione in cambio delle sue confessioni sul caso corruzione, di cui è considerato la mente.

La sua scarcerazione arriva dunque in anticipo. A confermare la notizia il portavoce della Procura federale di Bruxelles, che ha spiegato di non aver obiettato alla decisione presa dalla Corte che ha accolto un'istanza di scarcerazione presentata dalla difesa. L'ex europarlamentare non potrà però lasciare il Belgio né avere rapporti con gli altri indagati.

Come già ribadito dall'ex eurodeputato di Articolo 1, un "uomo d’affari turco e il suo avvocato a Londra" consegnavano denaro in contanti per conto del Qatar a lui e al suo fedelissimo collaboratore Francesco Giorgi. Un giro di ricompense tutt'altro che esigue. Ad esempio, per il biennio 2018-19, Panzeri e Giorgi hanno ricevuto un milione a testa l’anno. Sempre in mazzette di contanti.

 

 

Ma il Qatargate sarebbe stata solo la punta dell'iceberg. Secondo l’ex europarlamentare il giro di mazzette era iniziato già nel 2012, quando si era ritrovato in un giro di conoscenze e favori scambiati con il Marocco. L'obiettivo? Esercitare pressioni sull’Eurocamera in relazione allo sfruttamento di un territorio del Sahara Occidentale dal cui sottosuolo si estrae il fosfato, una risorsa essenziale per il governo marocchino. Poi è toccato alla Turchia. Il Paese avrebbe pagato per ottenere servizi "di lobbyng etico" rispetto al conflitto in Siria e ai crimini di guerra nello Yemen. Infine il Qatar, le cui mazzette servivano allo scopo di orientare i giudizi del Parlamento Ue sul tema dei diritti umani.

 

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