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Ue, bimbi palestinesi a scuola d'odio: esplode la rivolta FdI

Alberto Busacca
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L’odio si impara a scuola. È la dura (e ingiusta) realtà dei piccoli palestinesi. Sì, perché i libri di testo sui quali questi bambini devono studiare sono pieni di antisemitismo e incitamento alla violenza. A denunciarlo è il Parlamento europeo.

Che ha minacciato anche una sospensione dei finanziamenti comunitari se le cose non dovessero cambiare. L’ultimo provvedimento ufficiale sulla questione risale a quest’estate: “Raccomandazione del Parlamento europeo del 12 luglio 2023 al Consiglio, alla Commissione e all’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri sulle relazioni con l’Autorità palestinese”. Il documento è lungo e articolato, ma qui, in particolare, interessa il punto 1.i, quello in cui l’Europarlamento invita a «deplorare i contenuti problematici e d’odio che non sono ancora stati rimossi dai libri di testo e dal materiale didattico palestinesi».

 

 

 

«L’istruzione e l’accesso degli alunni a libri di testo pacifici e imparziali», si legge, «sono essenziali, in particolare alla luce del crescente coinvolgimento degli adolescenti negli attacchi terroristici». Per questo, «il sostegno finanziario dell’Ue all’Autorità palestinese nel settore dell’istruzione dovrebbe essere fornito soltanto a condizione che il contenuto dei libri di testo sia allineato alle norme dell’Unesco (come deciso dai ministri dell’Istruzione dell’Ue il 17 marzo 2015 a Parigi), che tutti i riferimenti antisemiti siano eliminati e che siano rimossi gli esempi che incitano all’odio e alla violenza, come ripetutamente richiesto nelle risoluzioni che accompagnano le decisioni sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Ue per gli esercizi 2016, 2018, 2019 e 2020». Detto ciò, il Parlamento europeo conclude questo capitolo chiedendo «che la Commissione verifichi attentamente che l’Autorità palestinese modifichi rapidamente l’intero programma di studi».

Ma cosa c’è dentro questi libri? A fare ogni anno un dettagliato resoconto è IMPACT-se, organizzazione no profit che monitora i testi scolastici di tutto il mondo. Nei libri destinati ai bambini palestinesi si trovano ad esempio cartine geografiche dove Israele non compare, esaltazione dei terroristi, istruzioni su come usare una fionda. Insomma, il problema c’è ed è grosso. Solo che non è così facile da risolvere. Perché Bruxelles ha chiesto più volte di modificare questi libri di testo (prima di luglio c’era stata una risoluzione analoga anche a maggio, e pure negli anni passati), ma gli interessati sembrano non avere assolutamente fretta di fare qualcosa.

 

 

 

Non solo. La stessa politica non pare poi così convinta di voler andare fino in fondo. Ieri, infatti, due emendamenti al bilancio Ue targati Ecr (il gruppo di Fratelli d’Italia), in cui si condannava nuovamente il contenuto dei libri di testo palestinesi «nel contesto dei recenti attacchi terroristici di Hamas», sono stati bocciati con il voto contrario, tra l’altro, di Partito democratico e Movimento Cinque Stelle. «In questi ultimi anni», commenta Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, «come Conservatori europei abbiamo più volte presentato e fatto approvare questo emendamento, che però è finora rimasto lettera morta. Sia perché per i leader palestinesi crescere i più piccoli nella cultura dell’odio è una garanzia politica di sopravvivenza, sia perla scarsa capacità dell’Europa di farsi ascoltare anche quando potrebbe riuscirci. In questo caso infatti il ragionamento da fare ai palestinesi sarebbe stato semplice: o rimuovete quei contenuti o non manderemo più le ingenti risorse Ue per la cooperazione. Oggi (ieri, ndr) avremmo avuto l’opportunità di ribadirlo ma incredibilmente il nostro emendamento al bilancio è stato bocciato». 

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