L'ora della paura per Ilaria Salis. Mancano pochi giorni al 23 settembre, quando la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo sarà chiamata a decidere sull’immunità parlamentare di Ilaria Salis. Si tratta di un passaggio cruciale: la relazione dell’eurodeputato popolare spagnolo Adrián Vázquez Lázara, che recepisce la richiesta dell’Ungheria di revocare l’immunità, aprirà un voto destinato a pesare sull’intera assemblea di Strasburgo, che si pronuncerà in plenaria il 7 ottobre.
Il nodo più delicato è che la votazione in commissione avverrà con scrutinio segreto. Una scelta che, se da un lato tutela la libertà individuale degli eurodeputati, dall’altro rende impossibile ricondurre i risultati alle scelte dei singoli gruppi, con il rischio di spaccature e sorprese.
Gli equilibri politici sono infatti tutt’altro che scontati. A spingere per la revoca dell’immunità ci saranno i Patrioti e i Conservatori di Ecr, guidati dall’ex premier polacco Mateusz Morawiecki. Dalla parte opposta si schiereranno con decisione The Left, la formazione della Salis, e i Socialisti, che hanno già espresso forte solidarietà. Ma il vero ago della bilancia saranno i Popolari: con i loro 188 seggi, potranno determinare l’esito. Perché la revoca non passi, sarà necessario che almeno un terzo di loro scelga di sostenere i progressisti o, quantomeno, di astenersi.
Proprio il voto segreto, in questo quadro, è l’incognita principale: senza vincoli formali, ogni deputato potrà seguire convinzioni personali anziché le indicazioni di partito. Una libertà che può tanto rafforzare i fronti contrari alla revoca quanto incrinare i numeri della maggioranza. L’attenzione politica e mediatica è altissima, anche perché la vicenda richiama alla memoria altri casi sensibili, come quello dell’indipendentista catalano Carles Puigdemont.
Ilaria Salis terrorizzata, "Cosa potrebbero farmi in Ungheria"
Adesso Ilaria Salis trema davvero. E affida a Repubblica il suo appello ai colleghi dell'Europarlamento affinch&eacu...Salis, arrestata a Budapest nel febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito militanti neonazisti e rimasta in carcere per quindici mesi prima di essere scarcerata grazie all’immunità ottenuta con l’elezione europea del 14 giugno 2024, attende ora con apprensione l’esito di questo nuovo passaggio. E dopo l'intervista della vigilia a Repubblica, ecco le parole consegnate oggi, sabato 20 settembre, al Corriere della Sera: "Sento, insieme, forte timore ma anche speranza - ha premesso -. L’ingiustizia che ho subito è stata un trauma profondo. E cercare di curarlo mi costa ancora enormi energie. Sarò sincera: la prospettiva che questa ferita possa riaprirsi così violentemente mi fa dormire sonni agitati. Mi sforzo di restare positiva e sento intorno a me un sincero sostegno da parte di molti, che mi aiuta tanto", ha concluso Ilaria Salis.