L’indagine su Federica Mogherini, affidata alla Procura europea (Eppo), procede seguendo quelle stesse procedure belghe più volte finite al centro del dibattito pubblico. A una settimana dal fermo dell’ex Alto rappresentante Ue, dagli investigatori non emergono scossoni: si continua a esaminare verbali, chat, messaggi e documenti sequestrati per ricostruire la catena decisionale che portò il Collegio di Bruges- guidato dall’ex lady Pesc - ad aggiudicarsi l’appalto per l’Accademia dei giovani diplomatici europei. Un caso che ha travolto anche la Commissione europea, senza tuttavia portarla a desistere dal pieno sostegno all’Eppo e all’Olaf, i suoi organi anticorruzione. Istituzioni che, nella sottolineatura del commissario Ue al Bilancio Piotr Serafin, «vanno rafforzate» anche quando indagano su possibili frodi interne.
A tre anni dallo scoppio del Qatargate, a Bruxelles si apre un nuovo ciclo di udienze per il riesame parallelo dell’inchiesta, avviato nel settembre 2023 per fare luce sui metodi adottati dalla giustizia belga nelle fasi più sensibili delle indagini. Da oggi a venerdì tutti gli indagati sono convocati. Sotto la lente, l’azione degli 007, le presunte violazioni dell’immunità parlamentare e del segreto istruttorio, il sospetto conflitto d’interessi che ha coinvolto il giudice istruttore Michel Claise - poi costretto a farsi da parte-, e l’attendibilità delle deposizioni rese dall’ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri. Rimane invece fuori dal perimetro del riesame, ma continua a far discutere, l’uso esteso del carcere preventivo.
Quegli intrighi sull'arresto di Federica Mogherini
Caro direttore, l’indagine giudiziaria che coinvolge Federica Mogherini e l’ambasciatore Stefano Sannino si ...Le indagini preliminari restano nel limbo. «C’è ancora molto lavoro da fare», si è limitata a dichiarare la procura, interpellata sulla possibile chiusura del fascicolo. Il 9 dicembre 2022 i blitz a catena della polizia - accompagnati dalle immagini di valigie piene di contanti, (oltre 1,5 milioni di euro) - portarono agli arresti di figure di spicco: Panzeri, ritenuto l’anima della presunta rete corruttiva e poi firmatario di un memorandum da collaboratore; il suo assistente Francesco Giorgi; l’allora vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili; il dem Andrea Cozzolino e il socialista belga Marc Tarabella.
Tutti hanno attraversato mesi tra carcere e domiciliari - le accuse sono di corruzione, riciclaggio e associazione criminale - prima di essere rilasciati, in attesa di conoscere l’esito di un’inchiesta che non ha scadenze per rinvii a giudizio o archiviazioni. Le indagini sono state scandite anche dall’uscita di scena di due giudici istruttori: prima l’autore dei mandati d’arresto, Michel Claise, per un presunto conflitto d’interessi legato al figlio; poi Aurélie Déjaiffe, che ha rassegnato l’incarico per un nuovo ruolo. Ha lasciato anche il procuratore Raphael Malagnini. A marzo di quest’anno la procura è tornata a bussare al Parlamento Ue chiedendo la revoca dell’immunità per le eurodeputate del Pd Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti, i cui nomi erano affiorati nelle fasi iniziali.
Federica Mogherini, la vendetta di una donna: la mano dietro allo scandalo
Kaya Kallasa, Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, sembra aver già tratto le sue conclusioni r...La scorsa settimana, la commissione giuridica dell’Eurocamera ha approvato la richiesta per Moretti, respingendola invece per Gualmini. Il voto finale della plenaria è atteso la prossima settimana. La stessa giustizia belga- insieme a investigatori di Olanda, Stati Uniti, Svizzera, Lussemburgo e Romania - negli ultimi mesi ha acceso i riflettori anche sulla Nato, portando a spiccare un mandato di arresto internazionale per l’italiano Eliau Eluasvili, sospettato di aver agevolato contratti per conto di Elbit Systems, il colosso israeliano della tecnologia militare. L’inchiesta tratteggia una rete societaria ramificata dalla Lituania agli Stati Uniti, passando per Regno Unito e Grecia.




