Lo conoscono soprattutto gli addetti ai lavori e i tifosi di pallavolo. Ma presto Mauro Berruto, ct della Nazionale di volley italiana fino al 2014, potrebbero trovarselo in lista gli elettori del Pd. È lui, piemontese e "filosofo" della panchina, il nuovo amore di Matteo Renzi. Il segretario dem è rimasto favorevolmente colpito dal discorso che Berruto, voluto fortemente da Maurizio Martina, ha tenuto sul palco della "Leopoldina" di Milano. "Io credo che il volley possa insegnare una cosa alla politica - spiega il mister al Quotidiano Nazionale -: il talento individuale da non solo non basta, vince sempre il gruppo". Detta così, a Renzi potrebbe pure suonare come una provocazione. Eppure i suoi bracci destri Lorenzo Guerini e Matteo Orfini hanno approvato il suo discorso "motivazionale" sull'importanza di fare squadra: "Serve gente così", hanno detto. E Berruto non si tira indietro. Non conosce bene Renzi ("L'ho conosciuto a Firenze per una partita della nazionale, lui era ancora sindaco, parlammo solo di sport"), mai stato alla Leopolda, quella vera, ma il ct, oggi direttore della Scuola Holden di Torino ha una passione per la politica attiva: "Le prossime elezioni saranno le più importanti degli ultimi e dei futuri vent'anni". "Siamo a un passaggio decisivo per l'Italia - commenta -. Chi crede in qualcosa non ha molto tempo a disposizione. Urge la mobilitazione". Alle Comunali a Torino ha votato per Piero Fassino, è assai critico con la Appendino, la Raggi e i 5 Stelle. Insomma, il curriculum è perfetto, anche se non ha (ancora) la tessera del Pd. Si candida nel 2018 con Renzi? "Onestamente non me l'hanno chiesto, ma se me lo domandassero perché no?". Per ora, fa il tifo: "Spero vinca Renzi, ma il vero pericolo per l'Italia è ritrovarci in una palude senza sbocchi...".
