Roberto Benigni a Palazzo Chigi. Anzi, al Quirinale. L'incontro a Napoi tra Eugenio Scalfari e il comico simbolo della sinistra italiana finisce con una battuta, che nasconde però una piccola verità: tra la sinistra radical-chic e salottiera dei repubblicani-scalfariani, Benigni è più popolare di Matteo Renzi. Al San Carlo di Firenze, teatro della kermesse politico-culturale Repubblica delle Idee, va in scena un Roberto show. Si parte con una battuta in tema: "E' pieno, i sondaggi lo davano vuoto. Ci devono essere stati dei brogli". A pochi chilometri da lì, a Livorno, in serata arriverà la botta sul collo del Pd, con la vittoria del 5 Stelle Nogarin ai ballottaggi. Nessuno lo può immaginare, e quindi il clima è di festa. Certo, non possono mancare dei riferimenti allo scandalo veneziano delle tangenti per il Mose, che ha travolto il Pd veneto. "La prossima Repubblica delle idee si fa a Venezia. Vengo ora da lì, c'è tutto un movimento. Tutti che lavorano, scappano, chi li rincorre, chi si nasconde. Stanno costruendo un a nuova grande opera: il nuovo carcere. Senza il carcere, Venezia sprofonda". Scalfari lo prova a trascinare su temi alti, come il dialogo con Papa Francesco sull'anima. "Col Papa hanno parlato di Dio - lo sbeffeggia Benigni - Poi il Papa è rimasto solo con Dio e hanno parlato di Scalfari...". Un comico a Palazzo Chigi - Barbapapà incassa con eleganza, "Potresti fare il Papa". Poi, mescolando sacro e profano, lancia Benigni: "Renzi ha preso il 40,8% e 11 milioni di voti, Veltroni prese il 34 con 12 milioni di voti. Quando Berlinguer prendeva il 35%, erano 17 milioni. Ho visto Renzi, qui, è facondo. Mi sono ricreduto: per come arringhi la folla, tu devi andare a Palazzo Chigi, prendi il 70%". Benigni non si accontenta: "E il Quirinale?". "Potresti, certo, con la Repubblica presidenziale...". "Berlusconi come Ulisse" - Arriva il momento della declamazione. Benigni sta per recitare il XXVI canto dell'Inferno di Dante, quello su Ulisse. E non può mancare una punzecchiatura per Silvio Berlusconi: "Ulisse è uno che lascia la moglie a casa e va con tutte le donne che gli capitano a tiro, uno molto furbo, bravissimo a raggirare le persone. Che ha trascorso molto tempo sulle navi. Ha avuto una storia con una ninfa che si è scoperto essere la nipote di Poseidone. Ha sette ville a Itaca e il terrore di sentire... le sirene". "Ma non ha il cane Dudù", gli porge l'assist Scalfari. "Argù, il cane si chiama Argù". Il pubblico ride di gusto. Ancora non sa che la sbornia delle europee sta per finire.
