Roma, 27 giu. - (Adnkronos) - "Il nostro sindaco dovrebbe valorizzare il contributo che il Teatro Valle Occupato ha dato a questa città a fronte delle numerose realtà europee che hanno deciso di guardare a questo luogo come fonte di ispirazione". A scrivere è il Valle Occupato che, in una lunga nota, si rivolge al primo cittadino di Roma Capitale Ignazio Marino. "Innanzitutto - evidenzia - siamo felici di apprendere che il sindaco Marino non immagini 'uno sgombero con i manganelli'. È vero che il Teatro Valle è una ferita aperta, ma non ne è l'occupazione la causa, bensì la scellerata gestione da parte dello Stato di tutto ciò che riguarda la cultura e lo spettacolo dal vivo in questo Paese. Un buon amministratore dovrebbe riconoscere ciò che di innovativo e di buono viene dalla comunità che egli si prefigge di amministrare. Prendersi cura di un teatro del Settecento non è esattamente un atto criminale: un buon amministratore dovrebbe capire che a volte l'illegalità è una scelta ben precisa, una necessità, l'unico campo di azione in cui è consentito elaborare un'alternativa agli attuali modelli di politica culturale". "Ci piacerebbe che si ragionasse piuttosto su ciò che è legittimo o illegittimo. È legittimo che il teatro italiano sia stritolato da un sistema di tasse e dal monopolio della Siae che rendono impossibile la crescita o persino la rinascita del sistema teatrale di questo Paese? È legittimo che molte realtà istituzionali ed 'eroicamente' legali non paghino attori e tecnici? È legittimo che nei teatri stabili non riesca a entrare la drammaturgia contemporanea?", chiede il Teatro al sindaco. (segue)




