(Adnkronos) - "L'avvistamento avvalora la tesi di Jonian Dolphin Conservation che classifica il Golfo di Taranto tra le poche aree estremamente delicate e strategiche per la riproduzione e il sostentamento delle popolazioni di Stenella Striata (Stenella coeruleoalba, Meyen 1833 ndr), una specie di delfino che svolge l'intero ciclo vitale nel nostro mare", conclude Prunella. L'associazione riesce ad ammortizzare le spese necessarie, per le numerose uscite in mare (ad esempio il carburante, l'affitto del gommone, lo skipper ecc.), organizzando le escursioni sul posto dei turisti di un noto villaggio turistico di Ginosa Marina con il quale ha stipulato una convenzione. E cosi' fa coincidere lo studio approfondito, serio, analitico sulla presenza dei delfini, realizzato mediante sofisticate ma anche costose attrezzature (ad esempio gli idrofoni), al 'dolphin watching' che serve a far conoscere questa bella realta' ai villeggianti. "Praticamente nel periodo da giugno a settembre - spiega all'ADNKRONOS Carmelo Fanizza, presidente dell'associazione - realizziamo anche tre uscite al giorno, praticamente 150 all'anno, un numero elevatissimo, piu' alto della media". Le Universita' di Bari e Lecce, con i dipartimenti di Scienze Marine e Biologia Marina, che pure studiano i cetacei, non possono permettersi un numero elevato di escursioni annue proprio perche' dispendiose economicamente. In Italia solo davanti alle coste della Sicilia e della Liguria (nel cosiddetto 'santuario dei cetacei') si trovano altre feeding ground come quella di Taranto scoperta da tre anni grazie al lavoro e all'esperienza dell'associazione composta da scienziati e biologi marini che tengono soprattutto alla tutela e allo studio della specie. (segue)