Il patrimonio di «case dormienti». Il 25,7% delle abitazioni intestate a persone fisiche è un patrimonio di «case dormienti», non utilizzate. Sono 8,5 milioni di case, che comprendono 5,8 milioni di case non primarie utilizzate per soggiorni brevi o non locate, quasi 1,4 milioni di case prive persino di allacciamento alle reti di energia e acqua e quasi 1,3 milioni di case dagli utilizzi indefiniti e non presenti nelle dichiarazioni dei redditi. Per l’80% degli italiani immettere nel mercato delle locazioni le «case dormienti» è un’ottima soluzione per espandere l’offerta, per il 14,2% non lo è, mentre il 5,8% non ha un’opinione definita in merito. Condividono questa soluzione l’80,1% degli abitanti nel Nord-Est, l’82,6% nel Nord-Ovest, il 75,2% nel Centro e l’81,3% nel Sud e Isole. È quanto emerge dal 4° Rapporto Federproprietà-Censis «Case dormienti, una ricchezza sommersa. Proposte per risvegliare il mercato degli affitti non turistici in Italia», realizzato in collaborazione con Fimaa Italia, Immobiliare.it e Locare srl, con il contributo scientifico dell’Enea-Dipartimento Unità Efficienza Energetica (Duee).
La carenza di case per locazioni lunghe e le paure dei proprietari in caso di morosità degli inquilini. Per l’82,9% degli italiani è la paura di non rientrare in possesso della propria abitazione in caso di morosità dell’inquilino a trattenere i proprietari dal locare gli immobili. Condivide tale opinione l’84,8% degli abitanti nel Nord-Ovest, l’83,2% nel Nord-Est, l’83,5% nel Centro e l’80,8% nel Sud e Isole. Per il 66% degli italiani non si devono penalizzare fiscalmente i proprietari che lasciano gli immobili inutilizzati, mentre per il 28,3% sarebbe opportuno e il 5,7% non sa. Sono contrari a colpire i proprietari di case vuote il 68% nel Nord-Ovest, il 59,7% nel Nord-Est, il 66,5% nel Centro e il 67,8% nel Sud e Isole. Per l’86,4% dei cittadini, poi, le procedure di sfratto, in caso di morosità, vanno di molto accelerate. E, ancora, è l’84% degli italiani ad essere favorevole all’introduzione di una «Banca dati nazionale degli inquilini morosi». Condivide la proposta l’83,2% nel Nord-Ovest, l’86,1% nel Nord-Est, l’83,9% nel Centro e l’83,4% nel Sud e Isole.
La pressione degli affitti brevi per turisti. Sono 691.372 le strutture ricettive registrate nella Banca dati del Ministero del Turismo: oltre il 71% sono alloggi privati in affitto gestiti in forma non imprenditoriale. Molto più alta è la pressione su alcune aree delle maggiori città turistiche. A Roma per 1.000 abitanti nell’area del Centro Storico gli annunci per affitti brevi sono 105, la media cittadina è 12; a Milano per 1.000 residenti nel Centro Storico ci sono 35 annunci, con una media cittadina pari a 13; a Firenze per 1.000 abitanti gli annunci per affitti brevi nel Centro storico sono 139, mentre sono 33 a livello comunale; a Venezia per 1.000 abitanti gli annunci di affitti brevi nell’area Venezia-Burano-Murano (Venezia insulare) sono 105, la media del comune è 32.
Bollette pesanti e voglia di investire nelle Case Green. Per il 76,9% degli italiani le bollette dell’energia pesano troppo sul budget familiare: accade in particolare all’81,7% dei redditi bassi, all’83,4% dei medio-bassi, al 70,9% dei medio-alti e al 59,7% dei più alti. Il 54,4% degli italiani è propenso a investire per rendere la propria casa più green, il 36,2% no, il 9,4% è indeciso. L’82,6% è convinto poi che investire nella Casa Green ne innalzi il valore economico. Tuttavia, per l’83,3% degli italiani gli incentivi pubblici per la Casa Green sono troppo complicati e poco accessibili.
L’accesso alla casa. Per il 94,1% degli italiani senza supporto familiare è molto difficile per tanti giovani acquistare casa. Lo pensa il 91,5% dei giovani, il 94,9% degli adulti e il 94,8% degli anziani. E anche il 92,6% dei redditi bassi, il 94,2% di quelli medio-bassi, il 94,9% dei medio-alti e il 95,6% dei redditi alti. Per il 92% degli italiani occorrono misure per agevolare l’accesso alla proprietà della prima casa, perché rassicura le persone e genera stabilità nella società. A pensarlo è il 90,6% dei giovani, il 92,6% degli adulti e il 91,8% degli anziani.
Meno famiglie in condizione di grave disagio abitativo. Le persone che vivono in case inadeguate o fatiscenti erano il 9,5% nel 2014 e sono scese al 5,6% nel 2024. Nel Nord si è passati dal 7,7% al 4,9%, al Centro dal 9,7% al 6,4% e nel Sud e Isole dall’11,8% al 6,1%. Inoltre, tra 2014 e 2024 le quote di famiglie con abitazioni con strutture danneggiate sono diminuite dal 13,2% al 9,8%, quelle con problemi di umidità dal 19,9% al 12,9% e quelle con scarsa luminosità dal 7,5% al 7,3%.
Questi sono i principali risultati del 4° Rapporto Federproprietà-Censis «Case dormienti, una ricchezza sommersa. Proposte per risvegliare il mercato degli affitti non turistici in Italia», realizzato in collaborazione con Fimaa Italia, Immobiliare.it e Locare srl, con il contributo scientifico dell’Enea-Dipartimento Unità Efficienza Energetica (Duee), che è stato presentato oggi a Roma da Chiara Ryan, Ricercatrice Area Consumi, Mercati e Welfare Censis, e discusso da Giovanni Bardanzellu, Presidente Federproprietà, Maurizio Gasparri, Capogruppo Fi Senato della Repubblica, Galeazzo Bignami, Capogruppo FdI Camera dei Deputati, Chiara Braga, Capogruppo Pd Camera dei Deputati, Antonio De Poli, Segretario Nazionale Udc, Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, Paolo Giabardo, Direttore Generale Immobiliare.it, Andrea Napoli, Amministratore Delegato Locare srl, Stefano Patuanelli, Capogruppo M5S Senato della Repubblica, Riccardo Pedrizzi, Già Presidente Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Maurizio Pezzetta, Vicepresidente vicario Fimaa Italia e Monica Guerzoni, giornalista Corriere della Sera



