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Procura di Milano, il pm Francesco Greco indagato: quel ritardo sospetto sulla "loggia Ungheria"

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Il procuratore capo di Milano Francesco Greco è indagato a Brescia per aver ritardato l'apertura dell'indagine nata dalle dichiarazioni messe a verbale dall'avvocato Piero Amara sulla presunta "Loggia Ungheria". Lo riporta l'Ansa. La sua iscrizione è un atto dovuto a seguito delle denunce ai procuratori bresciani del pm Paolo Storari, pure lui indagato dalla magistratura per rivelazione di segreto d'ufficio.

La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del procuratore Greco è emersa a seguito della comunicazione, avvenuta una ventina di giorni fa, dell’avvio del procedimento da parte della procura bresciana al Csm, al procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi e al ministero della Giustizia.

Il reato contestato, come atto dovuto, è l’omissione d’atti d’ufficio per aver omesso la tempestiva iscrizione delle notizie di reato derivanti dalle dichiarazioni rese nel dicembre del 2019 dall’avvocato Piero Amara al procuratore aggiunto Laura Pedio e al pm Paolo Storari nell’ambito dell’indagine sul cosiddetto falso complotto Eni. A seguito di tali dichiarazioni, il pm Storari aveva chiesto a Greco e Pedio di avviare subito un’indagine sulla Loggia Ungheria. Cosa che avvenne solo il 12 maggio 2020. Intanto alla Procura di Milano diversi magistrati sono insorti proprio contro Greco in difesa di Storari. All'origine della protesta la decisione del procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi di chiedere al Csm la testa di Storari: via da Milano e mai più pubblico ministero. 

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